TRENTO - La Chiesa di Trento si appresta a vivere con particolare intensità la prossima
beatificazione di Alfredo Dall'Oglio, nato nel 1921 a Borgo Valsugana, emigrato con la famiglia a Parigi all'età di tre anni, attivo nella
JOC (Gioventù Operaia Cattolica) e martire per la fede nel 1944, nel campo forzato di Wuhlheide (Berlino).

Alfredo sarà proclamato
beato a Parigi
sabato 13 dicembre 2025 nella cattedrale di Notre-Dame insieme ad altri 49 francesi, morti durante la Seconda Guerra Mondiale e tutti riconosciuti martiri in odio alla fede.
Un recital per Alfredo
Approda
martedì 9 dicembre a
Trento, nella chiesa di
San Francesco Saverio alle
ore 20.30 il
recital dedicato alla riscoperta del futuro beato trentino. La serata inizierà alle
ore 20.30 con ingresso libero, offrendo al pubblico l’occasione di conoscere da vicino la storia del giovane martire.
Il recital (già andato in scena a Borgo lo scorso anno, nel capoluogo a maggio e di recente Rovereto) è ideato e narrato da
don Piero Rattin, autore del testo; l’interpretazione di Alfredo – attraverso alcune sue lettere – è affidata a
Giacomo Anderle, affiancato da
Camilla Da Vico, mentre la parte musicale sarà curata da
Alessandro Martinelli.
La Veglia a Borgo mercoledì 10 dicembre
Una Veglia di preghiera in preparazione alla beatificazione sarà celebrata a
Borgo Valsugana, nella chiesa parrocchiale,
mercoledì 10 dicembre alle ore 20. Alla Veglia, guidata dal parroco don Roberto Ghetta, sarà presente anche la sindaca di Borgo Martina Ferrai che sarà a Parigi per la beatificazione insieme ad alcuni lontani parenti borghesiani di Alfredo, a una delegazione della parrocchia di Borgo e ad alcuni rappresentanti della Diocesi trentina, in particolare il vescovo emerito di Mossorò
monsignor Mariano Manzana e lo stesso
don Piero Rattin. L’
arcivescovo Lauro non potrà essere a Parigi per via del concomitante
Giubileo delle carceri che la Chiesa trentina celebrerà nel pomeriggio di domenica 14 dicembre nel piazzale antistante la Casa Circondariale di Spini di Gardolo.
Biografia di Alfredo
Alfredo nacque a
Borgo Valsugana il 6 luglio 1921. La sua famiglia, molto povera ma profondamente cristiana, come molte altre intraprese la dura strada dell’emigrazione, dirigendosi verso la Francia. Si stabilì in una cittadina alla periferia Est di Parigi. Alfredo frequentò le scuole primarie, poi iniziò le commerciali, che tuttavia interruppe ben presto a causa delle difficili condizioni economiche.
Frequentava abitualmente l’Oratorio e la Parrocchia, dove ricevette i sacramenti dell’iniziazione cristiana.
Ancora adolescente entrò nel mondo del lavoro: fu assunto in qualità di assistente-preparatore in una farmacia delle vicinanze, dove ebbe modo di entrare in contatto con un medico ebreo fuggito dalla Germania nazista. Grazie a questa conoscenza iniziò a comprendere come fosse pericolosa l’ideologia nazista e quanto fossero nefasti i suoi orrori.
La JOC
Entrò a far parte della Gioventù Operaia Cattolica, associazione presente in molti ambienti di lavoro francesi. Grazie alla sua capacità di riflessione, al suo spirito d’iniziativa e all’ascendente che aveva sui suoi compagni lavoratori, dopo qualche anno Alfredo divenne dirigente federale di quest’associazione cristiana per tutta la zona Est di Parigi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale molti operai tedeschi dovettero lasciare il lavoro per andare a combattere al fronte; il regime nazista allora obbligò un gran numero di lavoratori stranieri a prendere il loro posto nelle fabbriche della Germania. Il 3 marzo 1943 anche Alfredo dovette partire; venne impiegato come operaio in una fabbrica di colori e vernici nei pressi di Berlino.
L'apostolato in Germania
Dopo il suo arrivo, partecipò attivamente all’avvio e all’animazione dell’Azione Cattolica clandestina, presente tra gli operai francesi. Fu presto responsabile dell’Associazione di tutto il territorio Nord-Est di Berlino. Il suo impegno si concretizzò anche nella nascita della “Gioventù che reagisce”: un gruppo di resistenza, che trovava la propria forza nella fede e nella preghiera. Collaborava con i preti operai clandestini, organizzava incontri di spiritualità e di svago, celebrazioni di sante Messe in luoghi nascosti e appartati, si prendeva cura dei compagni ammalati o feriti nei bombardamenti. Il regime nazista tuttavia non tollerava quest’attività, poiché era in totale contraddizione con la sua ideologia. Il 12 marzo 1943 emanò un decreto con il quale dichiarava fuori legge l’Azione Cattolica dei lavoratori francesi in Germania.
L'arresto, le sevizie, la morte
Il 6 giugno 1944 Alfredo fu arrestato dalla Polizia Nazista con altri 15 capi cattolici di Berlino e sottoposto a lunghi interrogatori accompagnati da brutalità e sevizie d’ogni specie. Dopo alcuni mesi di carcere, fu trasferito nel lager di rieducazione di Wuhlheide, creato appositamente per dissuadere gli operai dal continuare qualsiasi forma di resistenza.
In quel lager Alfredo subì interrogatori, torture, fu più volte pestato di botte, tanto da averne – lui, allegro per natura - il morale totalmente fiaccato. In questo naufragio di forze umane, restava aggrappato a Dio con un’incessante preghiera silenziosa. Dopo un’ultima notte di delirio, ricevuta l’assoluzione dal prete operaio suo compagno di prigionia, Alfredo morì il 31 ottobre 1944.
Papa Leone XIV ha riconosciuto nel luglio scorso il “martirio in odio alla fede” di Alfredo e con lui di altri 49 suoi compagni francesi, aprendo così la strada alla loro beatificazione.