ASUIT: prosegue la discussione generale
Inizio:
02/12/2025 dalle ore 21:00
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Fine:
02/12/2025 alle ore 22:00
IT
La discussione generale sul ddl Asuitn. 66/XVII è ripresa in mattinata con l’intervento di Eleonora Angeli (Lista Fugatti) che ha anticipato il contenuto del suo odg - che verrà bocciato, ha detto, e verrà ripresentato come emendamento in bilancio - e che riguarda la ricerca all’interno dell’Azienda. Ricerca che non va più confinata ai ricercatori accademici, ma va allargata a chi, ogni giorno, lavora sul campo attuando buone pratiche e migliorando i servizi. Attualmente, ha ricordato, il supporto a questo tipo di lavoro scientifico si limita al rimborso spese sugli oneri di pubblicazione. Inoltre, questo aiuto viene erogato senza tenere conto delle funzioni penalizzando un’attività che dà lustro alla sanità trentina. Per questo l’Asuit, ha detto ancora, può essere un’occasione per dare spazio alla ricerca che viene prodotta all’interno dell’Azienda. Per questo va riconosciuto un contributo a ogni livello per l’attività di ricerca che non può essere sottoposta a vincoli. La consigliera della Lista Fugatti ha annunciato di voler presentare un’interrogazione per conoscere le cifre della produzione scientifica nell’Azienda sanitaria. Infine, ha anche annunciato una serie di emendamenti sulla formazione del personale sanitario.
Valduga: con l’università serve gradualità ed equilibrio
Francesco Valduga (Campobaso) ha ricordato che nelle audizioni è emersa anche qualche reticenza perché le categorie non sempre riescono ad esprimere nettamente le loro posizioni. Atteggiamento figlio del concetto che non si deve disturbare chi governa e anche per questo il dialogo favorito da un percorso partecipativo può servire a tutti. Le criticità espresse nelle audizioni riguardano la necessità di avanzare con la gradualità con l’inserimento dell’università e la necessità di mantenere il primato della politica nella governance della sanità. L’università, ha detto ancora Valduga, è un grande valore aggiunto, ma è necessario che si innesti su un percorso assistenziale collaudato, senza escludere la parte politica. La ricerca negli ospedali, ha aggiunto, c’è ed è soprattutto clinica ed è inserita in una rete internazionale, ma c’è la necessità di avere il tempo per fare il lavoro di assistenza e quello scientifico superando la necessità, come ha detti Valduga, di fare i “manovali” di giorno e gli scienziati di notte. Comunque, ha sottolineato Valduga, si deve salvaguardare l’equilibrio tra assistenza e ricerca e ciò significa procedere con gradualità nell’inserimento dell’università nell’Azienda sanitaria. Sulla Facoltà di Medicina ha detto che l’idea di avere un bacino di un milione di abitanti aprendosi con Bolzano e Innsbruck sarebbe stato interessante. Comunque, ha fatto bene il rettore ad accelerare il rapporto con Verona che ha permesso di arginare le pressioni di Padova. Oggi la facoltà c’è e rappresenta una sfida da vincere. Ma la medicina ha bisogno di numeri e per questo la minoranza ha presentato un odg che si basa sul fatto che vanno privilegiati due aspetti: che la facoltà diventi attrattiva perché fa cose che dalle altre parti non si fanno e la necessità di fare della nostra orografia difficile un elemento di forza, pensando una medicina alpina, dall’emergenza all’assistenza che deve unire sociale e sanità, diversa dalle altre. Quindi, i punti centrali sono ricerca e modello assistenziale. Questa riforma, ha detto ancora, è l’inizio di un percorso, c’è bisogno certo di un contenitore tenendo presente che i punti decisivi riguarderanno il protocollo d’intesa tra Università e Azienda e la revisione del sistema socio sanitario annunciata da Tonina. Sugli ospedali di valle, ha aggiunto il capogruppo di Campobase, non è pensabile rivitalizzarli con l’Asuit, anche perché non tutti questi centri possono avere l’attrattività necessaria per gli studenti e la funzione dell’università è anche quella di portare da noi gente nuova. Sul protocollo d’intesa, ha detto ancora, la minoranza non potrà “toccare palla”, non potrà incidere ma non si potrà non tenere conto di chi ha lavorato fino ad ora, perché sulla sanità non siamo certo all’anno zero, e al tempo stesso si dovrà lasciar fare l’Università l’Università. L’importante, ha chiuso Valduga, è il presidio politico per gestire, con equilibrio e gradualità, questo percorso ponendo la salute del cittadino prima degli interessi di questo o quel professore.
Bisesti: Medicina, il 60% degli iscritti sono trentini e altoatesini
Mirko Bisesti (Lega) ha detto che se con Medicina si fosse aspettato ancora non si sarebbe partiti e non saremmo ai 495 iscritti di oggi. La facoltà, ha detto inoltre, è sempre stata vista in un’ottica regionale, e infatti il 60% degli iscritti vengono dal bacino della regione. Sul discorso degli studenti trentini, ha sottolineato, è positivo che ci sia un’offerta sul territorio che va incontro alle famiglie che non potrebbero mandare i figli fuori provincia. Il nuovo ospedale farà la differenza per Medicina a Trento anche dal punto di vista architettonico, non solo per la bellezza, ma per far capire la qualità dell’investimento che la Pat vuole fare.
Bosin: una scelta coraggiosa per affrontare i problemi
Per Maria Bosin (Patt) l’iter di questa scelta non è stato improvvisato, ma si è fatta una scelta coraggiosa davanti alle criticità. L’esponente autonomista ha detto che in molti si sono espressi a favore di questa sfida che il Trentino può vincere perché c’è un’autonomia, c’è un’università di eccellenza e anche se i numeri sono piccoli la possibilità di fare un progetto diverso ci permetterà di emergere. Bene, inoltre, la possibilità offerta ai nostri giovani di poter avere una facoltà di medicina a Trento che rappresenta un elemento del diritto allo studio. Bosin ha concluso che i numeri chiusi hanno creato una crisi che oggi, anche con questo ddl, si cerca di risolvere. Lo spirito positivo col quale è stato discusso questo ddl, ha aggiunto, sarà quello con il quale verrà affrontato il protocollo con l’università e il ddl sulla parte socio – assistenziale.
Dopo i primi interventi del mattino hanno preso la parola Brunet, Zanella, Degasperi, Demagri e Maule
La consigliera Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha detto di aver sempre pensato che questo disegno di legge fosse il coronamento di un percorso fatto per portare l’Università di medicina a Trento ed il modo per cogliere questa opportunità. Ha parlato del fatto che spesso gli studenti che vanno a studiare in altre realtà si fermano là o vanno ancora più lontano e per questo avere una facoltà di questo tipo in Trentino potrebbe favorire la permanenza di nuove professionalità. Riguardo alle perplessità emerse in aula su protocollo e nomine future, ha risposto che questo testo è “la manifestazione della volontà di crescere”.
Il consigliere provinciale Paolo Zanella (Pd) ha definito un “ennesimo scivolone dell’Azienda sanitaria” l’invito rivolto ai dipendenti da parte del Dirigente per questa sera alle 17, finalizzato a presentare il nuovo ospedale e la nuova azienda sanitaria prima che il testo della riforma sia approvato. Zanella ha criticato la scelta della Giunta di puntare sull’arrivo dell’Università di Medicina a Trento come risposta alla carenza di personale. Secondo il consigliere, il problema si sarebbe potuto affrontare finanziando molte più borse di studio per studenti meritevoli, vincolandoli poi a lavorare in Trentino. La strada scelta, invece, produrrà “i primi medici quando ci sarà un esubero”, ha detto, ricordando che dal 2026 il numero dei laureati in medicina supererà quello dei pensionamenti. Il consigliere ha inoltre evidenziato che l’ateneo potrà contare poco sull’immediata disponibilità di medici e che il vero nodo resta la carenza di infermieri. Ha poi segnalato i rischi legati all’attrattività delle carriere ospedaliere per chi non intende intraprendere un percorso universitario, le possibili conflittualità nella “clinicizzazione” delle attività e la probabile confusione organizzativa nella fase iniziale della riforma. Zanella ha criticato anche la delega eccessiva degli atti amministrativi al rapporto tra Giunta e Università. Pur riconoscendo alcuni aspetti positivi – l’ingresso della componente sociale nel Consiglio della Salute e il ritorno del direttore sociosanitario – ha denunciato una “compressione” della partecipazione nel processo di formulazione del Piano della Salute, con tempi ridotti per i pareri della Commissione e del Consiglio delle Autonomie locali e l’eliminazione della fase delle audizioni. Su questi punti si è acceso un diverbio con l’assessore Mario Tonina, che ha lasciato l’aula.
In conclusione, Zanella ha avvertito che si sta votando un disegno di legge che introduce un cambiamento “importantissimo e difficile da governare”, con opportunità ma senza effetti concreti su liste d’attesa, Case di Comunità e salute mentale. Il timore, ha detto, è che anche la futura riforma sull’integrazione sociosanitaria finisca per essere “una scatola vuota”.
Il consigliere Filippo Degasperi (Onda) ha parlato di “questioni genetiche” che caratterizzano da anni la gestione della sanità trentina, a partire da un forte verticismo che concentra le decisioni nelle mani del direttore generale dell’Azienda. A questo, ha aggiunto, si sommano la “pervasività dei partiti” e ora quella degli ambienti universitari, lasciando di fatto esclusi dalle scelte i lavoratori dell’Apss. Degasperi ha denunciato un aggravio di burocrazia introdotto dal disegno di legge, con organismi più numerosi, incarichi moltiplicati e nessuna attenzione al personale amministrativo, tecnico o sanitario come gli OSS. Ha definito il Consiglio sociosanitario un semplice “parerificio”, evidenziando anche l’assenza di un parere sulla riforma e la mancanza di un meccanismo elettivo per nominarne i membri. Riferendosi alla struttura di governance delineata dalla riforma – dal direttore generale al responsabile scientifico, passando per Consiglio di direzione, collegio sindacale ampliato e Comitato di indirizzo – il consigliere ha parlato di un sistema che accresce la complessità senza aumentare il controllo democratico. Ha criticato in particolare il Collegio di governo clinico, responsabile dell’attività libero-professionale intramuraria, ritenendo che privilegi questa dimensione anziché il miglioramento dell’assistenza. Degasperi ha lamentato che il Consiglio provinciale potrà intervenire solo “a posteriori”, senza reali margini decisionali, e ha sostenuto che il disegno di legge, anziché semplificare, “ingrandisce” l’apparato. Sul tema dell’Università di Medicina, ha contestato l’equazione “più università = più medici”, sostenendo che non vi sia alcuna prova in tal senso. Ha ricordato che esistevano alternative: aumentare le convenzioni, o programmare meglio i numeri come fanno gli altri atenei, spesso già abbondanti rispetto alle esigenze. L’arrivo dell’università, secondo lui, non risolverà la carenza di medici. Infine, ha affrontato il tema delle esternalizzazioni, accusando l’Azienda sanitaria di non aver mantenuto l’impegno a riassorbirle. Ciò, ha sostenuto, crea una spaccatura tra chi potrà usufruire di condizioni favorevoli — citando il caso di medici che terminano il servizio alle 14.30 e poi svolgono attività intramoenia — e lavoratori pagati “6-8 euro l’ora”. Un ente pubblico, ha concluso, “non può favorire” simili disparità.
La consigliera Francesca Parolari (Pd del Trentino) ha chiesto se, al momento dell’attivazione della scuola di medicina a Trento, la Giunta avesse realmente valutato l’impatto complessivo che questa avrebbe avuto sull’intero sistema sanitario provinciale, compresi gli ospedali periferici. Parolari ha parlato di un cambiamento “imponente”, evidenziato anche dagli stakeholder ascoltati in Commissione.
La consigliera ha espresso il timore di una possibile perdita di professionalità, poiché alcune figure non accademiche potrebbero non riuscire più a crescere nelle proprie specializzazioni, trovandosi con carriere limitate dall’impianto universitario. Sul piano della territorialità ha rilevato che integrare il modello accademico con gli ospedali di valle sarà un compito difficile, e che l’idea di una vera “università territoriale” è ancora tutta da costruire. Secondo Parolari, la sfida “unica in Italia” richiede consapevolezza e il coinvolgimento di tutti gli attori, perché “il Trentino non può permettersi di perderla”. Ha giudicato insufficiente la consapevolezza iniziale della Giunta ma ha invitato a utilizzare gli strumenti dell’Autonomia per colmare i punti deboli del progetto. Pur sottolineando che i presupposti non sono positivi, la consigliera ha assicurato che la minoranza contribuirà con spirito critico ma costruttivo e ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno “per orientare il Trentino sulla strada corretta”.
La consigliera Paola Demagri (Casa Autonomia) ha sottolineato come il dibattito sulla riforma sanitaria abbia prodotto interventi utili e critiche costruttive, ricordando anche quelle emerse nella precedente legislatura. Ha definito “un atto di onestà” riconoscere quando si può cambiare idea. Demagri ha quindi presentato due ordini del giorno. Il primo propone la creazione di un Ufficio Reclutamento Strategico per monitorare il fabbisogno di personale sanitario e attivare campagne finalizzate ad attrarre neolaureati, professionisti trentini usciti dal territorio provinciale e immigrati qualificati, con l'obiettivo di rafforzare l’attrattività del sistema sanitario trentino. Il secondo odg chiede di inserire tra le funzioni dell’Asuit un programma strutturato di prevenzione nelle scuole, con il coinvolgimento degli infermieri di famiglia e di comunità. Demagri ha rimarcato il ruolo delicato e fondamentale di questa figura per le famiglie. Il testo prevede inoltre la collaborazione con l’Università di Trento per ricerca e formazione e lo stanziamento di risorse dedicate per garantire la continuità e la stabilità degli interventi.
Chiara Maule (Campobase) ha parlato di alcune segnalazioni arrivate dai cittadini, a partire dal fatto che la maggior parte non conosce la trasformazione, ma nel momento in cui si solleva questo tema, la preoccupazione rispetto ad un cambiamento in negativo in quei settori di eccellenza come, ha detto, il caso del CeRin. Ha parlato della preoccupazione che aumenti la richiesta al privato perché il pubblico non riesce a rispondere adeguatamente o la rinuncia alle cure da parte di qualcuno. La consigliera di Campobase ha posto il tema sociosanitario, parlando della necessità di superare la frammentazione che esiste sugli interventi. Parlando delle Case di Comunità ha detto che ancora non c’è chiarezza. Ha ripercorso le preoccupazioni già espresse nel corso del dibattito, sottolineando la fatica nello spiegare in maniera chiara il sistema della governance. L’altro tema è quello della “medicina territoriale alpina”: ha parlato di un rischio di scollamento tra l’esperienza ospedaliera e universitaria dell’Asuit e quella del territorio, che potrebbe andare a discapito dei servizi offerti. Ha detto che è indubbio che vi sia il desiderio che il progetto funzioni nel rispetto dei cittadini, ma che c’è anche l’esigenza di bilanciare la richiesta accademica e quella del personale non universitario, da quello medico a quello tecnico, anche attraverso un riconoscimento che non è economico, ma del lavoro che viene fatto.
Il consiglio provinciale ha proseguito nel pomeriggio i lavori al disegno di legge dell’assessore Mario Tonina che introduce l’Asuit, l’azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino, un testo che ridisegna la struttura e la governance del sistema sanitario provinciale, con decorrenza 1 gennaio prossimo. Alla ripresa, sono intervenuti diversi consiglieri ad illustrare gli ordini del giorno e ribadire la posizione sulla proposta. Dopo una breve sospensione per dare corso ad un incontro delle minoranze e ad una capigruppo utile a concordare il testo di un emendamento fuori tempo e sottoscrivere gli emendamenti agli ordini del giorno, i lavori sono ripresi con l’esame delle proposte di ordine del giorno ed è iniziato l’esame dell’articolato. Approvati 7 dei 35 articoli del provvedimento. Si riprende domani mattina a partire dalle ore 10.00.
La discussione generale e la replica dell’assessore Tonina
Walter Kaswalder (Patt) ha raccomandato l’inserimento della politica nel Comitato di indirizzo che svolge un lavoro cruciale, oltre a programmare e gestire numerose iniziative. Ha annunciato inoltre un ordine del giorno sull’implementazione dell’intelligenza artificiale nella sanità trentina, una tecnologia futuribile, matura che già funziona con risultati straordinari. Francesca Parolari (PD) ha illustrato il proprio ordine del giorno, che ha l’obiettivo di stimolare l’Azienda sanitaria a tenere conto del fenomeno dell’invecchiamento, in Trentino in sensibile aumento. Che la Giunta verifichi con il coinvolgimento delle rsa le modalità più opportune per preparare medici più competenti nella geriatria e nelle terapie di lunga durata.
Paolo Zanella (PD) ha presentato i suoi due ordini del giorno, uno sul piano provinciale della salute che preveda un percorso partecipativo analogo nelle modalità a quello realizzato nella stesura del precedente Piano, che veda il coinvolgimento della cittadinanza attraverso piattaforme digitali e incontri sul territorio. L’altro, più articolato, chiede un impegno al rispetto degli indirizzi da dare nella stipula del protocollo d’intesa tra Università e Provincia rispetto ad alcuni punti.
Daniele Biada (FdI) ha confermato la condivisione della riforma e la fiducia nell’assessore, ma ha riepilogato i temi già illustrati nell’intervento di ieri: meno carte e processi più snelli, tempi certi e carichi di lavoro certi per il personale, maggiore attenzione ai territori e coinvolgimento degli ospedali periferici.
Stefania Segnana (Lega) ha respinto le critiche di incompetenza rivolte dalla consigliera Parolari nel proprio intervento di stamane. Ha ribadito che si sapeva che ci sarebbe stata la trasformazione in atto, che i bandi avrebbero previsto di trovare figure professionali di alto profilo, che ci sarebbe stato bisogno di personale non presente all’interno dell’Azienda sanitaria. L’Azienda aveva anche fatto una verifica del personale al proprio interno per valutare le carenze e averci accusato di superficialità non è corretto. Si è anche cercato di indagare e comprendere le motivazioni dell’abbandono da parte di certi professionisti: forse il lavoro svolto non è emerso, ma si è cercato di costruire una Facoltà di medicina attrattiva e che potesse portare professionisti di livello, oltre a valorizzare quelli presenti.
Nella replica, l’assessore Mario Tonina ha definito la discussione complessivamente “costruttiva”. Ha risposto ai consiglieri a ai contributi offerti, in cui ciascuno ah rimarcato diversi aspetti. Lo hanno sottolineato tutti, la politica può e deve governare i cambiamenti: questa non è solo una norma tecnica (come sostiene Cia), perché la politica deve esercitare il ruolo di protagonista, sopratutto a partire dal prossimo gennaio. Ha riconosciuto il ruolo degli ex assessori Bisesti e Segnana nell’aver convintamente sostenuto la Facoltà di Medicina, perdipiù nel periodo più difficile della storia dell’autonomia trentina. Ha rassicurato il consigliere Biada: la riforma diventa opportunità se valorizza la rete territoriale e questo deve segnare al differenza e l’unicità di questo disegno di legge. Tonina ha detto di condividere alcune istanze e concetti richiamati dalle Minoranze, seppur con sfumature diverse (a parte la determinata negatività del consigliere Degasperi su questo provvedimento). Ha annunciato un emendamento all’ordine del giorno della consigliera Angeli che ha auspicato possa valutare; il consigliere Valduga, vicino per professione a queste tematiche, ha portato dei contributi positivi che in parte condivido; il consigliere Zanella cerca sempre la polemica ed ha a suo avviso esagerato: sulla partecipazione non è stato cambiato nulla, l’ho sempre garantita e l’ho dimostrato anche ieri con l’approvazione della mozione di del consigliere Valduga. Ho apprezzato, ha concluso Tonina, il contributo complessivamente costruttivo da parte di molti consiglieri, su un ddl che presenta molte opportunità che sta alla politica cogliere, con una visione di strategia futura e un cambio radicale di lavoro sui territori.
Gli ordini del giorno: tutti approvati perlopiù in forma emendata, ad esclusione del documento di Degasperi
Paola Demagri (Casa Autonomia) (emendato)
Istituire un ufficio reclutamento per il personale sanitario
L’odg della consigliera di Casa autonomia, accolto solo parzialmente, impegna la Giunta a favorire la collaborazione strutturata con università, ordini professionali e scuole di specializzazione, al fine di creare percorsi di avvicinamento e orientamento al lavoro sanitario, da valutare nell'ambito del nuovo Piano della formazione degli operatori del sistema sanitario provinciale 2026-2028.
L’ordine del giorno, emendato nella premessa e nel dispositivo è stato votato per parti separate. Accolta la premessa, così come modificata e il punto 2 del dispositivo, anch’esso nella versione modificata. Non sono stati accolti gli altri punti del dispositivo.
Paola Demagri (Casa Autonomia) (emendato)
Nelle funzioni dell’Asuit anche la prevenzione a scuola
L’odg della consigliera di Casa autonomia, accolto in forma emendata, impegna la Giunta a implementare, nell'ambito del piano provinciale di prevenzione, attività di promozione della salute rivolte alle scuole, anche con il coinvolgimento degli infermieri di famiglia e di comunità e con le altre figure professionali; a valutare le modalità di collaborazione tra l'Azienda sanitaria e le scuole in merito alle attività di educazione alla salute, alla promozione degli screening e al supporto agli studenti con bisogni sanitari specifici; a sviluppare, in collaborazione con l’Università di Trento, progetti di ricerca e formazione sul tema della prevenzione scolastica.
L’odg è stato accolto nella forma emendata.
Francesca Parolari (Pd) (emendato)
Istituire una scuola di specializzazione in geratria
L’odg della consigliera Pd, accolto in forma emendata, impegna la Giunta a valutare, congiuntamente con l'Università di Trento, tenuto conto del solido bagaglio di competenze e professionalità presenti nel modello di assistenza residenziale trentino, la possibilità di istituire a Trento una Scuola di Specializzazione in Geriatria, atteso che la formazione in Geriatria è incentrata sul lavoro in equipe multidisciplinari (ospedali, strutture residenziali, assistenza territoriale), un modello che proprio attraverso l'ASUIT si mira a rafforzare.
L’odg è stato accolto nella forma condivisa.
Walter Kaswalder (Patt) (accolto)
Più intelligenza artificiale nella gestione della sanità
L’odg del consigliere del Patt, approvato, impegna la Giunta a ad implementare i sistemi d’intelligenza artificiale all’interno della gestione della sanità trentina, analizzando le criticità esistenti.
Filippo Degasperi (Onda) (respinto)
Per Asuit l’impegno a riportare in Azienda i servizi esternalizzati
L’odg dell’esponente di Onda, respinto, impegnava la Giunta a prevedere, nelle direttive impartite al direttore generale dell'Asuit, esplicito impegno alla progressiva reinternalizzazione dei servizi valorizzando adeguatamente il personale già impiegato nelle società esterne.
Negativo il parere della Giunta al documento. Filippo Degasperi ha osservato che respingere questo odg è al conferma delle sue preoccupazioni: vedo un’Azienda dove c’è una categoria di “optimates” tutelati e una massa di “plebei” che devono lavorare affinché gli altri possano prosperare. Tutto questo, ha concluso amaramente, con l’avvallo della politica. Tonina ha precisato che il tema è all’attenzione dell’Azienda e non si ritiene necessario ribadire l’impegno.
Francesco Valduga (Campobase) (emendato)
Creare un modello innovativo di sanità per i territori montani
L’odg di Francesco Valduga (Campobase), emendato in accordo con l’assessore, impegna la Giunta: a orientare la costruzione e lo sviluppo della Facoltà di Medicina e della nascente Azienda sanitaria universitaria integrata valorizzando la qualità dell'assistenza sanitaria garantita dal servizio sanitario provinciale, la ricerca sanitaria e un modello innovativo di sanità territoriale fondato sull'integrazione multiprofessionale.
La votazione per parti separate del documento ha dato esito favorevole della premessa e del punto 1 nella versione emendata. Respinti il punto 2 e 3 che, a detta dello stesso proponente, erano comunque ridondanti.
Paolo Zanella (Pd) (emendato)
Valutare il raggiungimento degli obiettivi del Piano per la salute
L’odg di Paolo Zanella (Pd) impegna la Giunta, nel percorso partecipativo di definizione del Piano provinciale della salute 2026-2036, a prevedere in fase iniziale un’analisi del profilo di salute della popolazione dando evidenza degli obiettivi del Piano provinciale per la salute 2015-2025 e degli indicatori di monitoraggio; in considerazione della rilevanza del Piano provinciale per la salute, impegna a prevedere un percorso partecipativo analogo nelle modalità a quello realizzato nella stesura del precedente Piano, che veda il coinvolgimento della cittadinanza attraverso piattaforme digitali e incontri sul territorio.
Eleonora Angeli (Lista Fugatti) (emendato)
Sostenere la produzione scientifica dei professionisti Asuit
L’odg della consigliera della Lista Fugatti impegna la Giunta a favorire nell'ambito della ricerca sanitaria svolta dall'ASUIT, l'attività di divulgazione scientifica su riviste di riconosciuta qualità accademica, anche di rilievo internazionale.
L’assessore Tonina ha espresso parere favorevole all’odg nella forma emendata. La proponente ha accolto le modifiche pur annunciando un’interrogazione per conoscere il numero delle pubblicazioni dal 2023 al 2025, i costi della pubblicazione, gli autori e altri dati utili per il bilancio al fine di comporre un emendamento economico.
Paolo Zanella (PD) (emendato)
Indirizzi per la stipula del protocollo d’intesa
La mozione del consigliere del PD impegna la Giunta provinciale a proseguire, nell'ambito del vigente Protocollo quadro per la formazione specifica in medicina generale tra Provincia, Azienda sanitaria, Università degli Studi di Trento, FBK e Ordine provinciale dei medici chirurghi ed odontoiatri, nell'attuazione dell'obiettivo di definire un progetto sperimentale nell'ottica di una progressiva costituzione di una Scuola sperimentale di specializzazione in medicina generale; valutare nell'ambito del protocollo d'intesa tra Provincia e Università di Trento, o delle direttive finalizzate alla definizione dell'atto aziendale, a seconda delle rispettive aree di competenza dei due atti: a) modalità organizzative dell'assistenza territoriale, della presa in carico della cronicità e dell'invecchiamento in salute, focalizzando l'attenzione anche all'umanizzazione delle cure, e allo sviluppo tecnologico della sanità; b) indicazioni volte a valorizzare lo svolgimento di attività di ricerca in ambito sanitario e socio-sanitario anche all'interno dei dipartimenti assistenziali, in collaborazione con l'Università, al fine di rispondere alla crescita conoscitiva e di innovazione del servizio sanitario provinciale nonché alla divulgazione scientifica rivolta anche alla cittadinanza; c) modalità che valorizzino e riconoscano il contributo del personale sanitario dell'azienda alla formazione clinica di studenti e specializzandi, la cui attività di tutoraggio rappresenta contestualmente occasione di aggiornamento e di sviluppo professionale; a favorire la collaborazione interdisciplinare, soprattutto tra area sanitaria e sociale; valorizzare la divulgazione scientifica e il ruolo dei professionisti; riconoscere il contributo formativo del personale sanitario; trovare soluzioni abitative per studenti e specializzandi; definire il passaggio del Polo delle professioni sanitarie alla Scuola di Medicina.
Mariachiara Franzoia (PD) (emendato)
Impegno per l'istituzione di ruoli universitari specifici per le professioni sanitarie
Premesso che l’ASUIT rappresenta un’occasione strategica per rafforzare l’integrazione tra assistenza, didattica e ricerca, valorizzando il ruolo dell’Università di Trento nella formazione delle professioni sanitarie, che costituiscono la maggior parte del personale del sistema sanitario provinciale, il dispositivo impegna la Giunta provinciale a valutare congiuntamente con UNITN, nel rispetto della sua autonomia, le modalità per la valorizzazione delle professioni sanitarie coinvolte nei corsi di laurea che saranno attivati in futuro dalla medesima università, in sede di definizione della programmazione dei ruoli universitari, al fine di promuovere e sostenere l'innovazione e la sperimentazione clinica, organizzativa e didattica nonché promuovendo la partecipazione, da parte di professionisti interni a SSP ed esterni, a percorsi di dottorato di ricerca al fine di sostenere la crescita professionale e la ricerca clinica applicata.
L’articolato
Esaurito l’esame degli ordini del giorno si è passati all’articolato. 54 gli emendamenti depositati al ddl. Alla chiusura dei lavori, alle 18, erano stati approvati 7 dei 35 articoli che compongono il provvedimento.
Ultimo aggiornamento:
27/11/2025 19:54:05