BERGAMO - Utilizzava
farmaci per
abusi sessuali. I militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale
Carabinieri di Bergamo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Bergamo nei confronti di un
34enne residente a
Bergamo, ritenuto responsabile di violenza sessuale aggravata, atti persecutori, cessione di sostanze stupefacenti e violenza privata.

L’attività d’indagine, coordinata dalla
Procura della Repubblica di Bergamo, trae origine dalle
denunce presentate da due donne con cui l’indagato aveva intrattenuto contatti tramite siti di incontri, presentandosi con identità fittizie. Secondo quanto emerso, l’uomo indagato, durante gli incontri con le vittime, avrebbe somministrato loro dei potenti farmaci oppioidi allo scopo di narcotizzarle, ridurne la lucidità e abusarne sessualmente durante lo stato di incoscienza. Approfittando di tale condizione, avrebbe anche ripreso e fotografato le donne, conservando i file per poi minacciare la diffusione delle immagini al fine di ricattarle per ottenere nuovi incontri o evitare denunce.
Nei confronti di
una delle due vittime avrebbe anche posto in essere condotte
persecutorie:
pedinamenti, appostamenti sotto l’abitazione, contatti telefonici e messaggistica insistente e minacciosa, fino al controllo occulto dei dispositivi (installazione di applicativi o utilizzo di funzioni “web” per leggere le conversazioni). Nel corso delle indagini i militari del Nucleo Investigativo hanno eseguito una perquisizione domiciliare a casa dell’indagato nel mese di febbraio 2025, sequestrando diversi dispositivi informatici, sui quali è stata effettuata copia forense. Durante la perquisizione era stata riscontrata, inoltre, l’effettiva disponibilità dei citati farmaci, regolarmente prescritti ad un familiare per ragioni di cura.
Le analisi delle copie forensi dei dispositivi sequestrati all’indagato hanno consentito di accertare una consolidata abitudine nella somministrazione di narcotici a scopo di abuso, con chat e conversazioni in cui egli stesso si vantava di “esperimenti” condotti sulle donne, documentando gli episodi mediante foto e video successivamente utilizzati per ricatti e minacce. In alcuni messaggi, l’uomo offriva a terzi i medesimi farmaci, dimostrando piena disponibilità e consapevolezza della pericolosità della sostanza.
Particolarmente allarmante è la ricostruzione degli episodi in cui le persone offese, dopo aver bevuto bevande preparate dall’indagato, perdevano conoscenza e si risvegliavano con sintomi compatibili con l’assunzione di oppioidi, nonché ecchimosi e lesioni di natura traumatica. Gli accertamenti hanno altresì documentato la spiccata pervicacia e pericolosità sociale dell’indagato, che, anche dopo l’avvio del procedimento a suo carico (in seguito all’attività di perquisizione), ha continuato a contattare le vittime minacciandole di diffondere contenuti privati, sottratti illegittimamente dal cellulare di queste ultime durante lo stato di incoscienza. Alla luce del quadro indiziario e delle esigenze cautelari delineate, il Gip del Tribunale di Bergamo, su richiesta del pool specializzato della Procura della Repubblica, ha disposto la custodia cautelare in carcere, ritenendo inadeguate misure meno restrittive, anche in ragione della disponibilità dell’uomo di ulteriori dosi del farmaco utilizzato (per la patologia del familiare) e del rischio di recidiva. Si precisa inoltre che, il farmaco impiegato, in caso di dosaggio errato, sarebbe stato idoneo a causare gravi danni all’assuntore.
L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato associato alla Casa Circondariale di Bergamo, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Nel corso della perquisizione concomitante con l’esecuzione del provvedimento sono stati sequestrati diversi dispositivi informatici nella disponibilità dell’indagato che saranno esaminati nelle prossime settimane anche allo scopo di accertare se ulteriori donne sono state vittime di analoghi abusi. Per tali ragioni i Carabinieri di Bergamo invitano le donne che sospettano di essere state vittime di analoghe violenze, a rivolgersi ai comandi Carabinieri del loro territorio.