L'inchiesta ha consentito di svelare una frode da riscossione fiscale e contributiva che tra crediti Iva inesistenti, indebite compensazioni ed omessi versamenti che avrebbero prodotto un danno all'Erario di oltre 70 milioni di euro.
Nel corso della conferenza stampa alla presenza del Procuratore Aggiunto Riccardo Targetti, Pubblico Ministero Luigi Luzi della Procura della Repubblica di Milano, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Sondrio Colonnello Antonello Reni ed il Tenente Colonello Mirko Piersimoni Nucleo Polizia Economica di Sondrio che hanno esposto i risultati dell'indagine. Indagati sono 12 legali rappresentanti di 17 società , 6 società ubicate in Lombardia, 8 società a Roma e 3 società a Napoli, un privato non imprenditore e 3 commercialisti il cui ruolo nella vicenda non si è limitato alla sola fraudolenta attestazione dell’esistenza dei crediti tributari ma li ha visti più che attivi nel fornire supporto e indicazioni agli altri indagati su come frodare il fisco: tutti sono indagati per “indebita compensazione di crediti IVA inesistenti”. I crediti Iva inesistenti, che hanno permesso agli indagati di scomputare dai tributi e contributi che avrebbero dovuto versare all’erario un importo di circa 23 milioni di euro, hanno origine da una società milanese per il cui fallimento due degli indagati sono stati anche accusati di bancarotta fraudolenta aggravata.