L’unica e imprescindibile discriminante è che i prodotti (formaggi e carni) delle potenziali future aziende socie appartengano a quella piccola ma forte bovina dal mantello scuro che riesce ad arrampicarsi fino ai pascoli e alle malghe più in alto, mantenendo, insieme al lavoro dell’uomo, quello straordinario paesaggio alpino dal colore verde smagliante che introduce alla verticalità delle Dolomiti di Brenta e dell’Adamello-Presanella.
Formaggi e carni di razza Rendena, l’unica razza autoctona del Trentino, da secoli espressione vera e autentica del territorio, saranno valorizzati con una prima iniziativa sostenuta dall’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, che già ha affiancato “Valore Razza Rendena” nel percorso per diventare “Presidio Slow Food”. A marzo 2019, quattro ristoranti sulle piste da sci che sorgono a fianco di altrettante malghe attive durante l’estate – rifugio Patascoss (Madonna di Campiglio, 6 marzo, ore 20.00), malga Cioca (Pinzolo, 16 marzo, ore 20.00), cascina Zeledria (Madonna di Campiglio, 20 marzo, ore 20.00) – ospiteranno quattro appuntamenti enogastronomici per far conoscere e assaporare i prodotti di razza Rendena della famiglia Slow Food.
Manuel Cosi, presidente Associazione “Valore Razza Rendena”: “La soddisfazione per il raggiungimento della registrazione della razza Rendena nei Presidi Slow Food è veramente grande. Registrare la razza e non i prodotti singoli è stata una scelta ben precisa per avere più opzioni e essere più progetto di territorio. Il percorso è stato ricercato ed è maturato dalla passione e dall’amore nei confronti delle bovine di Razza Rendena che definisco “Regine” della nostra Valle. L’obiettivo è dare, appunto, valore e promuovere le specificità facendo conoscere dentro, ma specialmente fuori dai nostri territori, le piccole produzioni di una razza autoctona che rischia l’estinzione e ha bisogno di essere tutelata. Allo stesso tempo si cerca di promuovere i territori di produzione. Un ringraziamento è da rivolgere a chi, come l’Azienda per il Turismo e le amministrazioni comunali della Val Rendena, ha creduto e investito per far partire questo progetto. Ora c’è solo bisogno di farlo crescere con la partecipazione di altri allevatori, chiudendo il circuito del turismo/commercio fino al consumatore finale”.
Flavio Franceschetti, fiduciario della Condotta delle Giudicarie: “Attraverso progetti come questo si possono riscoprire quei valori autentici che sono in ognuno di noi, creando benefici per l’intera comunità, a partire dal mondo contadino e a ricaduta su tutta la filiera di produttori, ristoranti, alberghi e sul nostro cibo quotidiano”.
LA RAZZA RENDENA, ALCUNI DATI: In Val Rendena l'allevamento bovino risale a periodi antichissimi. Le prime documentazioni sul tipo di bovini allevati sono datate all'inizio del 1700. Nel 1712 si sarebbe verificata la prima consistente importazione documentata di bovini in Val Rendena; il bestiame venne acquistato prevalentemente in alcune vallate svizzere. Non si trattò di una importazione di bovini bruni, bensì di soggetti riferibili ad uno dei tipi di bovini allora allevati nella Svizzera meridionale, scelti probabilmente dagli allevatori rendenesi per una certa affinità con le caratteristiche del loro bestiame indigeno.
Le importazioni di bovini dalla Svizzera devono aver avuto termine prima della fine del 1700, essendo venuta meno la necessità di ricorrere ad ulteriori ripopolamenti.