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Treni a idrogeno per la Valsugana: interrogazione del consigliere provinciale Degasperi (Onda Civica)

Borgo Valsugana - Sui treni a idrogeno per la Valsugana il consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi (nella foto), ha presentato un'interrogazione al presidente Walter Kaswalder per fare chiarezza sul progetto.


"La scelta del presidente Fugatti - si legge nell'interrogazione del consigliere Filippo Degasperi -, per ora solo annunciata, di puntare sui treni ibridi ad idrogeno per la linea della Valsugana ha fatto sorgere non poche perplessità. Come noto, nonostante le osservazioni degli esperti, l’intenzione è quella di procedere con l’elettrificazione del tratto Trento – Borgo Valsugana, senza alcuna certezza o ipotesi sulla sorte di quello successivo, da Borgo a Bassano che richiederebbe da solo 230 milioni di euro. Ma anche sulle scelte per il percorso Trento – Borgo, per il quale sono stanziati da ormai cinque anni 60 milioni, i dubbi non mancano. I costi elevati sarebbero dovuti agli interventi di abbassamento del fondo ferroviario delle gallerie fra Trento e Pergine che non dispongono dello spazio necessario per ospitare il pantografo sul treno, lo strumento necessario a captare l'energia.


L’elettrificazione del percorso renderebbe inoltre necessaria un’opera di palificazione dal forte impatto paesaggistico lungo il lago di Caldonazzo, luogo simbolo del turismo dell’Alta Valsugana. I lavori di adeguamento della linea, oltre a bloccare per almeno un anno una tratta trafficatissima ad ingenti costi, sarebbero del tutto inutili. Stando ai calcoli più volte eseguiti dai tecnici specializzati in mobilità elettrica, il treno a batteria sarebbe la soluzione più vantaggiosa. Attualmente i Minuetto diesel richiedono, per singola corsa, un’energia pari a 550 kWh (corrispondenti a circa 180 litri digasolio di energia primaria); la trazione a batteria richiede 450 kWh perché si recuperano circa 100 kWh dalla frenata rigenerativa, come avviene per le auto elettriche, con un costo economico significativamente più basso.


Non è inutile sottolineare che la spesa di 60 milioni sarebbe necessaria per coprire appena l’elettrificazione del percorso Trento - Borgo Valsugana, mentre gli esperti ritengono che l’intera tratta Trento – Bassano, se realizzata alternando l’uso delle batterie con tratte elettrificate, costerebbe alle casse provinciali esattamente la metà (30 milioni di euro). Il progetto ottimale in termini economici ed ecologici sarebbe quello di utilizzare le batterie lungo la tratta Trento -Levico, elettrificare il percorso da Levico a Primolano (privo di gallerie) per poi tornare all’utilizzo delle batterie per coprire la distanza da Primolano fino a Bassano. Con l’ingente somma risparmiata grazie a questa soluzione sarebbe altresì possibile raddoppiare i binari in alcune tratte, consentendo i cosiddetti “incroci dinamici”, riducendo di conseguenza i tempi di percorrenza di circa il 20%, oggi enormemente dilatati proprio a causa del singolo binario.

Un altro 10% sarebbe recuperato grazie alla maggiore accelerazione dei treni ibridi a batteria".


"In sintesi, la soluzione proposta di elettrificare solo i tratti privi di gallerie, consente di:
- evitare di fermare il passaggio dei treni per almeno un anno di lavori (l’elettrificazione nei tratti privi di gallerie può essere effettuata senza interrompere il passaggio dei treni);
- ridurre i costi del 50%;
- effettuare dei lavori ulteriori con il 50% dei costi evitati come, per es., il raddoppio dei binari in alcuni tratti critici del percorso oppure la realizzazione di sottopassi stradali;
- ridurre i tempi di percorrenza grazie alla possibilità di effettuare degli incroci dinamici nei punti con il raddoppio dei binari;
- salvaguardare l’aspetto paesaggistico intorno al lago di Caldonazzo, evitando l’impatto della palificazione;
- ridurre le emissioni di CO2 dell’80% (ogni litro di gasolio emette 2,6 kg di CO2, mentre per produrre energia elettrica vengono emessi, a livello di nazionale, 0,214 kg di CO2 per ogni kWh.
Per una singola tratta Trento - Bassano si consumano 180 litri di gasolio e quindi si emettono 468 kg di CO2, contro un consumo di energia elettrica di 450 kWh nel caso di un treno a batteria, corrispondente a 96 kg di CO2).
È stato invece annunciato dal Presidente della Provincia di Trento l’intenzione di adottare dei treni ibridi che utilizzano idrogeno come fonte alternativa all’energia elettrica. Una notizia che è ben presto circolata tra i massimi esperti trentini in mobilità sostenibile, raccogliendo il quasi unanime dissenso. Stando alle repliche all’annuncio del Presidente, l’utilizzo dell’idrogeno rappresenterebbe l’ennesima assurdità del progetto Ferrovia Valsugana targato Fugatti. Dati i rendimenti energetici del ciclo dell’idrogeno (che al massimo raggiungono un valore del 25%), per ogni kWh di energia elettrica prodotto con l’idrogeno si debbono, infatti, prelevare ben 4 kWh di energia elettrica dalla rete nazionale. Ciò significherebbe che il prezzo dell’energia consumata dal treno sarebbe almeno 4 volte superiore (trascurando i costi di costruzione, gestione e di manutenzione di un impianto di produzione e stoccaggio dell’idrogeno), ma soprattutto le emissioni di CO2 sarebbero 4 volte superiori rispetto ad un uso diretto dell’energia elettrica da rete mediante alimentazione dei treni con elettrificazione e/o batterie.
Nel caso specifico del percorso ferroviario della Valsugana, il consumo di un treno ad idrogeno sarebbe di circa 0,30 kg H2/km ossia 10 kWh/km (dato che l’energia di un kg di H2 è circa 30 kWh).
Tenendo conto che per produrre 10 kWh di energia elettrica dall’idrogeno occorre prelevare ben 40 kWh di energia elettrica dalla rete nazionale e che l’energia elettrica italiana è generata ancora per il 60% da fonti fossili, occorrerebbero 24 kWh derivanti da fonte fossile. Di conseguenza, dato il rendimento del 50% di una centrale termoelettrica, occorrerebbero 48 kWh di energia primaria fossile, pari a circa 4,8 litri di gasolio, ovvero più del doppio di quelli consumati attualmente per ogni km dai treni Minuetto diesel!
Altro importante svantaggio, prodotto da una scelta di mobilità di questo tipo, sarebbero i costi di gestione almeno 4 volte superiori rispetto a un treno a batteria. La manutenzione poi comporterebbe spese ancora più elevate, considerando che i 2 pulmini a idrogeno costruiti nel 2013 costano alla Provincia oltre 100.000 euro all’anno di manutenzione.
L’utilizzo della tecnologia dell’idrogeno, che garantirebbe un’autonomia di circa 600 km, risulta poi del tutto inutile per una tratta così breve di soli 50 km che, come già spiegato in precedenza, potrebbe essere coperta grazie all’abbinamento di batterie e tratte elettrificate. Ad ammetterlo sono stati proprio i costruttori di treni ibridi ad idrogeno in un recente seminario, riconoscendo che per il caso trentino la soluzione ottimale rimane quella del treno ibrido a batteria.
Si consideri anche che un treno ad idrogeno è comunque dotato di un pacco batterie da 420 kWh e l’idrogeno servirebbe solamente per caricare tale batteria, la quale da sola potrebbe sospingere un treno per quasi 100 km (il consumo energetico di un treno a batteria è di circa 4÷5 kWh/km).
Tenuto conto di ciò, dunque, implementare un sistema complesso come quello della produzione, stoccaggio e generazione di energia da idrogeno, quando lo stesso treno ad idrogeno potrebbe funzionare senza idrogeno dato che sarebbe in grado di muoversi con le sole batterie in dotazione per quasi 100 km, sembrerebbe non avere alcun senso.
In ultimo, ma di certo non per importanza, il tema sicurezza. L’utilizzo di treni ad idrogeno comporta, un possibile potenziale e pericoloso accumulo di gas di idrogeno altamente esplosivo all’interno delle gallerie. Problema che attualmente non ha ancora trovato soluzioni definitive né da punto di vista tecnico né tanto meno da un punto di vista normativo.
Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere
1. le ragioni tecniche ed i vantaggi previsti in conseguenza delle decisioni adottate per la realizzazione del progetto Ferrovia Valsugana;
2. le verifiche che intende porre in essere a fronte dei dati qui riportati dallo scrivente e confermati da tutti gli esperti in materia;
3. le conseguenze della deturpazione paesaggistica del lungolago di Caldonazzo con una palificazione non indispensabile;
4 le motivazioni per implementare una tecnologia come quella dell’idrogeno che aumenta di ben 4 volte le emissioni in atmosfera e crea delle potenziali situazioni di pericolo per accumulo di gas idrogeno in galleria;
5. gli esiti delle valutazioni effettuate sui treni a batteria;
6. la soluzione di trasporto alternativa sarà attivata durante il periodo di esecuzione dei lavori per l’abbassamento del piano ferroviario in galleria", consigliere provinciale Filippo Degasperi.

Ultimo aggiornamento: 02/12/2021 23:57:44
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