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Venerdì, 2 giugno 2023

Tasse dei frontalieri, l'accordo fiscale che diventa legge

Chiavenna - Dopo un lungo iter cambiano le regole per la tassazione dei lavoratori frontalieri tra Italia e Svizzera in vigore dal 1974. Con l’approvazione definitiva del disegno di legge al Senato viene riformato il sistema fiscale per i nuovi lavoratori frontalieri che stipuleranno un contratto di lavoro a far data dall’entrata in vigore della nuova legge, lasciando inalterata la normativa per tutti coloro i quali svolgono o hanno svolto il lavoro frontaliero nel periodo ricompreso tra il 31/12/2018 (la cosiddetta clausola di salvaguardia) e l’entrata in vigore dell’accordo medesimo, a valle della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e le comunicazioni conseguenti tra i Governi.


Secondo il Referente Regionale Frontalieri CISL Lombardia, Marco Contessa, "l’approvazione definitiva da parte del Senato della Repubblica Italiana del Disegno di Legge che regolamenta la tassazione dei lavoratori frontalieri pone, finalmente, fine alla diatriba che da anni tormenta questi lavoratori. L’accordo respinge – grazie al contributo del sindacato – il tentativo di applicare la nuova normativa a tutti i lavoratori frontalieri senza distinguere tra “vecchi” e “nuovi”. La garanzia di mantenere l’attuale normativa per tutti i “vecchi frontalieri”, ovvero coloro i quali svolgono o hanno svolto attività dal 31/12/2018 alla data di entrata in vigore della norma, pone al riparo migliaia di lavoratori. Per i “nuovi frontalieri” vengono introdotte importanti modifiche fiscali e assistenziali. Sul tema dei ristorni ai comuni, tema indiscutibilmente caro a molte amministrazioni locali, appare importante la definizione di un meccanismo di garanzia che definisce un fondo specifico per progetti infrastrutturali e socioeconomici sui quali anche il Sindacato dovrà essere chiamato in causa.

Non appena l’iter amministrativo sarà concluso verranno definite, a livello territoriale, iniziative specifiche per meglio esplicitare i dettagli del nuovo accordo fiscale".


In una nota firmata da CGIL (Giuseppe Augurusa), CISL (Luca Caretti) e UIL (Pancrazio Raimondo), si sottolinea che "l’accordo contro le doppie imposizioni abbandona per i nuovi frontalieri il sistema della tassazione esclusiva in Svizzera in luogo di una tassazione concorrente e, grazie al primo accordo sindacale tra MEF, organizzazioni sindacali ed Associazione dei Comuni di frontiera, sottoscritto nel dicembre 2020, il cosiddetto Memorandum d’Intesa, riportato integralmente nel disegno di legge, introduce una serie di elementi perequativi volti a ridurre l’inevitabile distanza determinata dal trattato internazionale nel passaggio dalla vecchia alla nuova tassazione secondo il modello OCSE, a partire dall’incremento del credito d’imposta (franchigia) a 10.000 € (in luogo dei 7500 precedenti), la deducibilità dei contributi obbligatori per il prepensionamento, la non imponibilità degli assegni familiari, le nuove modalità di calcolo della Naspi. Tali norme si estendono a tutti i lavoratori frontalieri italiani nei nove paesi confinanti o limitrofi governati da analoghi accordi bilaterali.


Per le comunità locali la garanzia del mantenimento delle risorse, dopo il superamento del sistema dei ristorni, attraverso l’istituzione di un apposito fondo con dotazione pari a 89 milioni, unitamente alla creazione di un ulteriore fondo specifico per i progetti infrastrutturali e socio-economici, per oltre 220 milioni di euro destinati alle aree di frontiera a regime".


I sindacati esprimono "inoltre soddisfazione per l’istituzione del tavolo interministeriale tra MEF, MILAV, MAECI e parti sociali, per la definizione, tra l’altro, di uno Statuto del lavoro frontaliero che dia finalmente veste giuridica agli oltre 110.000 lavoratori italiani e stranieri che lavorano in Italia come personale transfrontaliero. Resta il rammarico per il mancato completamento di una norma che risolvesse in via definitiva la questione del telelavoro ben oltre il termine del 30 giugno, per la quale chiedono che si avvii al più presto un confronto con la Confederazione Elvetica utile ad individuare una soluzione strutturale per gli oltre 15.000 lavoratori frontalieri che, anche spinti dalla lunga fase pandemica, hanno modificato strutturalmente le proprie modalità di lavoro".

Ultimo aggiornamento: 02/06/2023 00:24:06
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