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Mercoledì, 21 luglio 2021

Presentato il nuovo libro di monsignor Dario Edoardo Viganò

Roma - E' stato presentato oggi alla sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede a Roma il libro di monsignor Dario Edoardo Viganò “Lo sguardo: porta del cuore. Il Neorealismo tra memoria e attualità” (Effatà Editrice). Monsignor Viganò (nella foto) è un presbitero lombardo di Vedano al Lambro. Ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini nel 1987, dopo un breve periodo come coadiutore a Garbagnate Milanese e nella parrocchia milanese di San Pio V, diviene docente incaricato di etica e deontologia dei media all’Alta Scuola di Specializzazione in Comunicazione dell’Università Cattolica di Milano e docente di Semiotica del cinema e degli audiovisivi e di Semiotica e comunicazione d’Impresa alla Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università Lumsa di Roma. Attualmente alla Business School della Luiss insegna produzione audiovisiva e ha firmato la regia dei sette episodi, per Discovery Channel, "Vizi e Virtù: una conversazione con Papa Francesco".


L’evento si è svolto all’aperto, nel chiostro di Palazzo Borromeo, nel pieno rispetto delle regole anti-Covid 19.


Dopo i saluti istituzionali dell’ambasciatore, Pietro Sebastiani, sono intervenuti Francesco Bruni, sceneggiatore e regista; Enrico Bufalini, direttore dell’Archivio storico dell’Istituto Luce Cinecittà; Paola Sciommeri, direttore delle Teche Rai; Gianluca della Maggiore, docente di Scienze della comunicazione all’Università UniNettuno e Violante Placido, attrice impegnata in questi giorni sul set, ha inviato un video. L’incontro è stato moderato da Giovanna Pancheri, Sky Tg24.


Il volume contiene una lunga intervista a Papa Francesco ed è impreziosito da opere inedite dell’artista Walter Capriotti che reinterpretano alcuni capolavori del neorealismo proiettando lo sguardo anche oltre quel cinema.
Alcune scene di certi film sono fisse nella nostra memoria. Non sono più immagini di una pellicola, spezzoni di una storia, diventano quasi iconiche, segnano un’epoca e diventano come pietre di paragone non solo per i film che vediamo, ma per come guardiamo alla realtà. Tra queste scene quelle in bianco e nero del cinema neorealista sono tra le protagoniste, non solo perché hanno rivoluzionato il modo di fare film in Italia, ma anche perché un loro appassionato spettatore vi ha colto la capacità di essere una “catechesi di umanità”, una “scuola di umanesimo”. A definirle in questo modo è Papa Francesco che in più di un’occasione ha fatto riferimento proprio al cinema neorealista con questi termini.


Ora il pensiero del Pontefice viene esplicitato nell’intervista pubblicata nel libro di monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze sociali della Santa Sede, nel volume “Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità” (Effatà Editrice, 2021, 104 pagine, 14 euro) che nell’analisi del suo saggio sull’esperienza del neorealismo si lascia guidare dalle parole di papa Bergoglio.


«Quello neorealista è uno sguardo che provoca la coscienza.

I bambini ci guardano è un film del 1943 di Vittorio De Sica che amo citare spesso perché è molto bello e ricco di significati. In tanti film lo sguardo neorealista è stato lo sguardo dei bambini sul mondo: uno sguardo puro, capace di captare tutto, uno sguardo limpido attraverso il quale possiamo individuare subito e con nitidezza il bene e il male» dice Papa Francesco rispondendo a monsignor Viganò su come il cinema neorealista possa insegnarci a guardare. «In molte occasioni e in tanti Paesi diversi, i miei occhi hanno incontrato quelli dei bambini, poveri e ricchi, sani e malati, gioiosi e sofferenti – continua il Pontefice –. Essere guardati dagli occhi dei bambini è un’esperienza che tutti conosciamo, che ci tocca fino in fondo al cuore e che ci obbliga anche a un esame di coscienza. Il cinema neorealista ha universalizzato questo sguardo dei bambini: il loro sguardo, che è molto di più di un semplice punto di vista, ci interroga tanto più oggi che la pandemia sembra moltiplicare le bancherotte dell’umanità. Che cosa facciamo perché i bambini possano guardarci sorridendo e conservino uno sguardo limpido, ricco di fiducia e di speranza? Che cosa facciamo perché non venga rubata loro questa luce, perché questi occhi non vengano turbati e corrotti?».


Papa Francesco ha conosciuto i film neorealisti italiani in Argentina da bambino, un cinema che ha subito amato, tra i suoi preferiti e che è alla base della sua cultura cinematografica che ha poi coltivato negli anni. Grazie all’intervista scopriamo anche che uno dei film amati dal Pontefice è La strada di Federico Fellini. Il regista romagnolo – osserva il Papa – «ha saputo donare una luce inedita allo sguardo sugli ultimi. In quel film il racconto sugli ultimi è esemplare ed è un invito a preservare il loro prezioso sguardo sulla realtà. Penso alle parole che il Matto rivolge a Gelsomina: “Tu sassolino, hai un senso in questa vita”. È un discorso profondamente intriso di richiami evangelici».


"In questa intervista il Santo Padre afferma la forza testimoniale e documentale delle immagini e dei film, riconoscendo per alcuni di essi il loro valore universale e la loro capacità di interrogare il cuore dell’uomo", si legge nell’introduzione del volume. Per monsignor Viganò il carattere distintivo e originale dell’approccio di papa Francesco al cinema fa sì che "esso entra a far parte del suo Magistero, non più o non solo come “oggetto” di attenzione o preoccupazione pastorale, ma anche come “soggetto” accolto nella sua autonomia di forma di linguaggio, di cultura, di arte, tanto da poter essere citato, come un testo tra gli altri, nei suoi discorsi, nelle sue omelie, nelle sue encicliche".


E l’importanza del cinema e degli audiovisivi per Papa Francesco dovrebbe spingere la Chiesa a fare di più e pensa "a un’istituzione che funzioni da Archivio Centrale per la conservazione permanente e ordinata secondo i criteri scientifici, dei fondi storici audiovisivi degli organismi della Santa Sede e della Chiesa universale. Potremmo chiamarla una Mediateca, accanto all’Archivio e alla Biblioteca, per la raccolta e la custodia del patrimonio di fonti storiche audiovisive di alto livello religioso, artistico e umano".


Oltre all’intervista a papa Francesco il volume contiene un saggio in cui viene presentata un’analisi che guarda al fenomeno neorealista senza pretese filologiche, ma allargando volutamente l’interpretazione alla luce delle vicende presenti e delle specifiche riflessioni del Papa su questo genere di cinema. Ad arricchire il libro le opere inedite e originali dell’artista Walter Capriotti che reinterpretano alcuni dei capolavori del neorealismo estendendo lo sguardo anche oltre quel cinema.

Ultimo aggiornamento: 21/07/2021 19:41:39
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