TRENTO - Sessantamila trentini al fronte, dodicimila mai tornati a casa solo alla fine della Prima guerra mondiale . Numeri che non dicono tutto, ma raccontano il dolore di un popolo intero, di famiglie sradicate, di comunità travolte da un conflitto che ha cambiato per sempre la storia e l’identità del Trentino.

Si è svolta questa mattina a Trento la commemorazione dei Caduti di tutte le guerre.
Alle 10.15, in via Belenzani, sono state deposte tre corone alle lapidi di Palazzo Thun, in memoria dei trentini che hanno perso la vita nei conflitti.
Successivamente, in piazza della Portela si è tenuta la cerimonia dell’alzabandiera, accompagnata dalla deposizione di una corona d’alloro in omaggio al monumento dei Caduti.
Infine, al cimitero monumentale di Trento, si sono svolte la Santa Messa e la cerimonia di deposizione delle corone in onore dei Caduti italiani e austroungarici.
Alla cerimonia hanno preso parte tra gli altri il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Achille Spinelli, il vicesindaco di Trento Elisabetta Bozzarelli, il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini e la deputata Sara Ferrari.
“Ricordare significa riconoscere le nostre radici, la complessità e la forza di un territorio di confine che ha saputo rinascere nella pace e nell’autonomia – ha detto il vicepresidente Achille Spinelli - ogni nome inciso sulla pietra ci parla di vite spezzate, di sacrifici e di sofferenze. Coltivare la memoria non è solo un atto di riconoscenza, ma un impegno verso le nuove generazioni, perché comprendano fino in fondo l’inutilità della guerra e il valore della convivenza pacifica. Oggi, mentre in diverse parti del mondo il rumore delle armi torna a farsi sentire, questo impegno assume un significato ancora più profondo: la pace non è mai scontata e va difesa ogni giorno, con il dialogo, il rispetto e la solidarietà tra i popoli”.