"Inoltre gli studenti del nostro istituto - aggiunge il dirigente scolastico - hanno avuto la possibilità di prendere visione di quanto viene prodotto negli alpeggi della Valle Camonica, quel formaggio che si tramanda da generazioni e scoprirne l'alta qualità".
Il nome del concorso, "Fiormaggi", intende unire due eccellenze della Valle Camonica: i prodotti di qualità che "nascono" nelle malghe, e la biodiversità straordinaria di un territorio designato dall'Unesco come Riserva della Biosfera, grazie alla più alta concentrazione botanica d'Europa. "Fiormaggi" è organizzato dall'Associazione Darfense Agricoltori e da PromAzioni360 & Loretta Tabarini, su invito della Comunità Montana di Valle Camonica e del Comune di Darfo Boario Terme, e con il coordinamento di Slow Food Valle Camonica.
"Il formaggio d'alpeggio é uno dei prodotti simbolo della Valle Camonica - afferma Attilio Cristini - e questo concorso è un'occasione straordinaria per il nostro territorio, da un lato si scopre la produzione casearia della Valle Camonica che risponde all’esigenza di promuovere il lavoro, la produzione delle malghe e rappresenta un tassello delle iniziative promosse per valorizzare il territorio e dall'altro è all'insegna della biodiversità che caratterizza la nostra valle e che ha ricadute su tutta la catena alimentare".
Un “orto spontaneo” di qualità e una filiera lattiero-casearia, quella camuna, che rappresenta un'eccellenza. Il vicesindaco di Darfo Boario e assessore della Comunità Montana sottolinea anche la sfida dei prossima anni: "Innescare un ciclo virtuoso, mettendo appunto in vetrina i formaggi di altissima qualità delle malghe".
Domani sera - mercoledì 20 ottobre - si sarà la premiazione dei formaggi vincitori in occasione di una cena al ristorante del Parco delle Terme di Boario (prenotazioni al 339 8824098). "Il menu, realizzato ad hoc, valorizzerà non soltanto i formaggi vincitori del concorso, ma anche alcuni prodotti tipici e molto particolari della Valle Camonica", sottolineano gli organizzatori. Come il fiurit, il delicatissimo "fiore di ricotta", che testimonia la volontà dei casari di non sprecare nulla della produzione del latte. Un prodotto freschissimo, tanto da dover essere mangiato entro il giorno della produzione. Tempistiche che limitano ovviamente la sua diffusione, dal momento che il fiurit viene praticamente consumato solo nelle zone di produzione.