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Lunedì, 15 febbraio 2021

Da Aprica a Santa Caterina Valfurva cresce la protesta contro l'ennesima scelta del Governo: "Lenta agonia della montagna"

Aprica - La goccia che ha fatto traboccare il vaso, l'ennesima decisione in un anno di gestione folle della pandemia in Italia con tante chiusure, pochi criteri scientifici alla base delle scelte e cittadini trattati come soldatini. E' stata infatti una domenica conclusa nel peggiore dei modi per gli operatori di montagna che hanno dovuto incassare l'ennesimo stop alla riapertura degli impianti di risalita.


La gente che vive in montagna cerca di far sentire la voce di protesta contro consulenti, politici e Governo. "Decidere del destino altrui senza assumersi alcuna responsabilità in merito. Questo è ciò che fanno Walter Ricciardi, “consulente” del Ministro della Salute, e il CTS. Passando poi la palla a un Ministro che nemmeno sa cosa sia la montagna. E’ da tempo che mi sono convinto come grossa parte del problema risieda lì, in un tavolo monotematico formato da persone che possono permettersi di dire e fare ciò che gli pare, e che in un anno di lavoro sono riusciti a partorire come unica soluzione: la chiusura. Poi c’è il mondo reale. Un mondo di attività che dopo il via libera degli stessi di cui sopra ha assunto all’ultimo il personale, organizzato la riapertura, acquisito materie prime e via dicendo. Fino a che, all’alba delle ore 19 del 14 febbraio, arriva la comunicazione dello stop del Ministro Speranza. Per i ristori ci faranno sapere. Ora però basta, siamo stufi di farci prendere in giro. Questa è mancanza di rispetto. Prese in giro molto onerose peraltro, per un settore in ginocchio.

Vorrei che Ricciardi mi spiegasse, ma soprattutto dimostrasse (perché da presunti scienziati questo mi aspetto), il rischio che si corre sciando, in differenza rispetto a chi va al lavoro sui mezzi pubblici, beve un aperitivo sui Navigli, fa la spesa al supermercato o fa acquisti al centro commerciale. Non so, ma a me sembrano molto più a rischio assembramento e contagio tutte queste attività. La montagna adesso deve fare quadrato e farsi veramente sentire, siamo stati troppo buoni finora. E non basteranno i ristori, serve un piano serio per il futuro. Lavoreremo per questo, perché a differenza del CTS ci prendiamo le nostre responsabilità", il commento di Dario Corvi, sindaco di Aprica.



"Abbiamo speso un sacco di soldi per riaprire in sicurezza - denuncia Beppe Bonseri, amministratore delegato di Santa Caterina Impianti - con vendita skipass online, per allentamenti ai tornelli e, inoltre, ci siamo autoridotti il numero di presenze possibili nella ski-area e ora questa nuova beffa. Ora il Governo Draghi deve solo pensare ad adeguati ristori e non più a fantomatiche date di ripartenza".


"Non è una questione di chiusura di impianti di risalita - sostiene Roberto Pinna, direttore del Consorzio turistico Valmalenco e Sondrio - ma di una lenta agonia dei territori montani. Volontà, impegno e investimenti per affrontare al meglio in totale sicurezza la situazione sulle piste da sci sono stati vanificati da decisioni inconcepibili. A 12 ore dalla prevista riapertura un altro dietrofront. La pandemia non esiste da oggi".

Ultimo aggiornamento: 15/02/2021 00:37:57
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