Aprica - La goccia che ha fatto traboccare il vaso, l'ennesima decisione in un anno di gestione folle della pandemia in Italia con tante chiusure, pochi criteri scientifici alla base delle scelte e cittadini trattati come soldatini. E' stata infatti una domenica conclusa nel peggiore dei modi per gli operatori di montagna che hanno dovuto incassare l'ennesimo stop alla riapertura degli impianti di risalita.
La gente che vive in montagna cerca di far sentire la voce di protesta contro consulenti, politici e Governo. "Decidere del destino altrui senza assumersi alcuna responsabilità in merito. Questo è ciò che fanno Walter Ricciardi, “consulente” del Ministro della Salute, e il CTS. Passando poi la palla a un Ministro che nemmeno sa cosa sia la montagna. E’ da tempo che mi sono convinto come grossa parte del problema risieda lì, in un tavolo monotematico formato da persone che possono permettersi di dire e fare ciò che gli pare, e che in un anno di lavoro sono riusciti a partorire come unica soluzione: la chiusura. Poi c’è il mondo reale. Un mondo di attività che dopo il via libera degli stessi di cui sopra ha assunto all’ultimo il personale, organizzato la riapertura, acquisito materie prime e via dicendo. Fino a che, all’alba delle ore 19 del 14 febbraio, arriva la comunicazione dello stop del Ministro Speranza. Per i ristori ci faranno sapere. Ora però basta, siamo stufi di farci prendere in giro. Questa è mancanza di rispetto. Prese in giro molto onerose peraltro, per un settore in ginocchio.