Trento - Congresso delle Acli Trentine, il presidente Luca Oliver lancia un messaggio forte all'inizio del 28esimo congresso: "Più eguali. Per un futuro generativo di idee, proposte e valori". Presenti 120 delegati e delegate in rappresentanza dei 17mila iscritti, dei 60 Circoli territoriali e delle Associazioni specifiche aderenti sono chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio provinciale dal quale, nella giornata di sabato 23 gennaio, verrà eletto il presidente e il direttivo provinciale che dirigeranno l’organizzazione fino alla primavera del 2024.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE PROVINCIALE, LUCA OLIVER
“Benvenuti a tutte le delegate, a tutti i delegati, alle autorità presenti ed a tutti i nostri ospiti che la normativa attuale ci ha consentito di invitare.” Questo era la prima frase del mio intervento, scritta solo quattro mesi fa e che avrei voluto leggere al Congresso convocato il 14 ottobre 2020, pur con un pesante contingentamento delle presenze (nella foto a sinistra Luca Oliver).
Purtroppo la ripresa dell’intensità e del pericolo della pandemia ci ha impedito di organizzare quel momento ed oggi, quindi, alla terza convocazione, siamo costretti ad aprire un Congresso decisamente anomalo. Senza la possibilità di un incontro reale, infatti, senza stringere mani, fare due chiacchiere nei corridoi e scambiarsi una battuta mentre si pranza assieme diventa davvero complicato celebrare quello che il Congresso delle Acli in effetti è: una festa della democrazia, dell’agire sociale e della capacità di trasformare relazioni umane in pensiero ed azione.
Avremo voluto affrontare il percorso precongressuale con le tante ed interessanti assemblee e la giornata congressuale in un altro contesto, più attenti ai temi da dibattere che non ai metri di distanza, alle mascherine ed alla sanificazione degli spazi. Per questo, in più occasioni abbiamo chiesto alla Presidenza ed Consiglio Nazionale di spostare alla prossima primavera tutto il percorso. I dirigenti nazionali però hanno preferito mettere altri temi all’ordine del giorno, confermando la data del congresso nazionale prima per metà novembre e poi, in conseguenza dei nuovi DPCM, riconvocandolo in tre sessioni, di cui le prime due con modalità “online”. La prima sessione si è già tenuta il 20 dicembre, senza la presenza dei delegati trentini, visto che gli stessi potranno essere eletti solo da questo congresso. Si è inoltre deciso di obbligare i territori a realizzare i propri congressi entro il 31 gennaio con modalità “online” e, dunque, eccoci qua.
Responsabilmente abbiamo preso atto di queste decisioni e devo ringraziare tutti i Circoli e la nostra segreteria per aver garantito il corretto svolgimento di tutto il percorso. Le Acli sono nate anche per rendere il cittadino meno solo ed indifeso nei confronti della burocrazia e ciò è ancora di grande attualità, anche quando la burocrazia da cui difenderci è quella interna, quella del “palazzo”.
Oggi però non siamo qui per polemizzare ma per confrontarci e dibattere sulle tematiche a nostro avviso prioritarie e soprattutto per provare ad immaginare come la nostra associazione può in tempi come questi ed in questi settori essere ancora più incisiva, protagonista e così capace di dare risposte, di affermare diritti e di offrire occasioni di sviluppo.
LA STRADA CHE ABBIAMO PERCORSO ASSIEME
Le aree di impegno
Oltre quattro anni fa ho avuto l’onore di ricevere dai Delegati, a nome dei soci, e poi dai Consiglieri Provinciali la fiducia che mi ha consentito di ricoprire il ruolo di Presidente delle Acli Trentine e con esso la vostra fiducia. Non vi nascondo, che per me è stata una grande emozione. Voglio qui ringraziare Fausto Gardumi, Arrigo Dalfovo e Fabio Casagrande, I presidenti con cui sono cresciuto, per i loro insegnamento e per aver tentato di farmi comprendere il valore della nostra associazione e la responsabilità che va garantita quando si decide di assumere un ruolo al suo interno.
Da Presidente posso dire che il dialogo con voi, con i soci, con gli utenti e stata la ricchezza maggiore che ho ricevuto e che mi ha dato modo, oltre che di crescere a livello personale, di approfondire la conoscenza del nostro Trentino e di comprendere come fosse da subitonecessario supportare lo sviluppo delle tematiche di maggior interesse.
Penso al lavoro svolto sul tema della sanità, oggi drammaticamente di attualità quotidiana, all’epoca dell’avvio della nostra campagna, invece, soggetto a continui tagli ed a politiche di razionalizzazione. La proposta di tornare ad investire sulla sanità territoriale per ricostruire dei presidi degni di questo nome, rimane del tutto attuale e sarà anche nel prossimo futuro uno dei temi sui quali vogliamo chiedere ulteriori confronti con la Provincia.
Provando ad interpretare l’azione di sviluppo sostenibile in chiave di una nuova alleanza tra produttori e consumatori abbiamo promosso la costruzione della Federazione Trentina del Biologico e del Biodinamico e, grazie all’impegno di Acli Terra, abbiamo potuto parlare di riutilizzo dei suoli e di un agire imprenditoriale che tra i fattori produttivi centrali deve riuscire a considerare anche la comunità di riferimento.
Ribadiamo con fermezza che i tagli ai Progetti di Solidarietà Internazionale ed all’Accoglienza perpetrati dall’attuale Governo provinciale sono un grave errore, ma non ci hanno scoraggiato. Ci hanno obbligati a concentrare la nostra attenzione, grazie all’impegno di Ipsia, sulle alternative per individuare nuove fonti di finanziamento, necessarie a sostenere un’azione per noi strategica che è quella che cerca di ridurre le disuguaglianze tra ricchi e poveri del mondo.
L’osservatorio privilegiato sulla società trentina di cui quotidianamente abbiamo l’opportunità di avvalerci, grazie ai nostri punti di contatto capillari, ci ha anche portati a lavorare sull’elaborazione di nuove politiche per il welfare anziani. La popolazione sta invecchiando ed è indispensabile preoccuparsi di costruire un sistema di welfare che tenga conto della realtà: domiciliarità, costruzione di reti territoriali di sostegno e promozione di azioni per una
vita sana ed attiva sono le linee guida che hanno caratterizzato le nostre proposte elaborate grazie a all’impegno della FAP, la nostra Federazione degli Anziani e Pensionati.
La valorizzazione del ruolo della donna lavoratrice ed imprenditrice ed il tentativo di misurare identità e peso delle disuguaglianze di genere tutt’altro che cancellate dall’evoluzione della società ha caratterizzato il nostro percorso, grazie all’impegno del Coordinamento Donne e della commissione “Parità”.
L’attività di formazione alla cittadinanza sui temi dell’attualità, della politica, dell’educazione civica così come dei consumi e dei nuovi stili di vita. E ancora la formazione sui temi sociali, ambientali e dello sviluppo locale non è mancata e non dovrà mai mancare. Curare questo mix virtuoso del saper fare con il saper spiegare è un dovere per chiunque decida di impegnarsi dentro la nostra associazione.
Azioni organizzative
La costruzione di una Organizzazione Unitaria era la richiesta contenuta nella mozione conclusiva dell’ultimo Congresso e posso dire che l’impegno su questo fronte è stato molto intenso. I risultati di oggi parlano chiaro: è ormai all’ordine del giorno il lavoro condiviso tra Caf e Patronato, le scelte operative e la gestione delle diverse campagne relative ai nostri servizi. Il nostro stesso modo di raccontarci è cambiato, ora sono sempre le Acli (e non le sue parti) a comunicare i risultati acquisiti e gli obiettivi da raggiungere. Cito anche, a livello simbolico, la ristrutturazione ancora in atto delle nostre sedi di Trento che sono state ripensate proprio in funzione di rendere fattiva e concreta il più possibile la collaborazione tra i servizi e, soprattutto, tra i colleghi che li interpretano. Ne vuole essere, infine, un’ulteriore testimonianza anche la pubblicazione che vi abbiamo inviato in questi giorni “Dal seme dell’umanità al frutto della solidarietà”, nella quale abbiamo pensato di raccontare, con maggior dettaglio rispetto a quanto sto facendo io, cosa e quanto LE ACLI hanno fatto negli ultimi due anni per le persone e come la nostra associazione rappresenta una risorsa per la comunità trentina.
Nel percorso di evoluzione abbiamo anche maturato e gestito altre esigenze, dal rinnovo degli organi direzionali di Enaip, oggi guidato da Massimo Malossini, alla riorganizzazione del Patronato che indebolito dall’indebitamento creatosi a livello nazionale ha dovuto rivedere il suo modo di incontrare l’utenza, introducendo servizi a pagamento che in Trentino, devo proprio dire, sono stati ben compresi e ci hanno addirittura premiato. Anche al vertice del
Patronato trentino abbiamo avuto un cambio ed oggi questo importante servizio è diretto dal Salvatore Casella. Permettetemi di ringraziare Cristina Bridi, Franco Covi e Loris Montagner per i tanti anni di collaborazione e per il prezioso contributo da loro, nel tempo, sempre garantito.
Nella primavera del 2019 abbiamo potenziato i nostri servizi turistici con la nascita di Acli Viaggi, il programma di azione era veramente intenso: potenziamento della nostra presenza territoriale, ampliamento dei servizi di viaggio, attività di formazione sui temi sociali connessi al nostro modo di fare turismo. Purtroppo però l’emergenza sanitaria in atto ci ha colpito duramente e molte delle attività programmate sono state messe in stand-by, riprenderanno
appena possibile, nel frattempo un grande plauso a tutto il personale che ha saputo gestire con grande senso di responsabilità le complessità di questo periodo. Anche in questo settore abbiamo una novità al vertice, la dott.ssa Eliana di Girolamo. Oltre a lei voglio anche ringraziare Marta Fontanari per la sua dedizione e competenza quale direttrice del CTA oltre che per gli importanti ruoli nazionali che ha ricoperto.
Azione sociale e politica
L’azione sociale per noi passa soprattutto per la formazione: dare ai cittadini gli strumenti utili ad una lettura critica e costruttiva delle dinamiche socio-politiche è essenziale. Questo ha fatto la nostra Scuola di Comunità arrivando ad organizzare un percorso formativo per i candidati alle ultime elezioni amministrative ed accompagnando un interessante laboratorio di preparazione alla politica nel contesto urbano di Rovereto “Officina Comune”.
Intensi sono i contatti con le Istituzioni provinciali, in questi ultimi mesi. Agli Assessori, ai quali riconosco una grande disponibilità all’ascolto, abbiamo chiesto di esaminare le nostre proposte soprattutto per delineare le priorità sulle quali concentrare l’attenzione in questa fase delicata della nostra storia e nelle aree dove è necessario investire dopo l’esperienza maturata a causa del Covid. Ci auguriamo che dalla fase di ascolto e di esame, dalle nostre proposte possano nascere una serie di azioni condivise che siano d’aiuto ai soggetti oggi più fragili ed esposti.
La più grande scommessa di questi anni, lo dico con soddisfazione, ha per titolo “Ricostruire Comunità”. Anche la nostra associazione potrà essere più vitale se il paese, la valle o la città nella quale operiamo sarà più vitale: questo il mantra divenuto per noi ormai motivo di impegno per il quale non posso che ringraziare Stefano Sarzi Sartori. Per rendere più vitale la comunità di riferimento non potevamo attendere la “mano invisibile”, era necessario rimboccarci le maniche ed impegnarci in prima persona. Ringrazio, ancora una volta Mezzolombardo, la Rotaliana, e poi il Primiero per averci consentito di testare questa nostra idea che oggi è convalidata dai tanti risultati ottenuti. Ricordo il convegno organizzato a febbraio dello scorso anno e le esperienze illustrate in quella sede così come gli interventi dei Sindaci e amministratori locali, i quali hanno riconosciuto l’importanza di avviare e supportare
un processo di tale qualità e portata. Mi preme evidenziare che molti sono i Circoli che operano, da sempre, in un contesto comunitario con l’obiettivo costante di “dare” opportunità continue e tradurre la propria presenza in un valore aggiunto per le persone, compito del livello provinciale deve proprio essere quello di sostenere con la massima
intensità queste esperienze offrendo momenti di elaborazione e strumenti per potenziare l’efficacia delle azioni.
La pandemia
Spero di avervi chiarito l’impegnativo percorso che ha portato le ACLI a raggiungere molti degli obiettivi che ci eravamo prefissati e di questo voglio sinceramente ringraziare l’impegno profuso dai membri della Presidenza, dai Consiglieri Provinciali e dai Presidenti di Circolo.
Nulla però ci aveva preparato a quanto è accaduto a partire dal mese di febbraio dello scorso anno. Il virus ci ha colpito proprio lì dove sono i valori che noi consideriamo alla base di un vivere di qualità: le relazioni amicali, la vicinanza, gli abbracci, le strette di mano, lo stare in compagnia.
Il virus, purtroppo, ci ha colpito anche nelle amicizie. Voglio qui ricordare Guido Scalet, il Guido delle Acli come erano abituati a chiamarlo nel Primiero, scomparso qualche giorno fa. Guido incarnava quello che le Acli sono, ma ancora più quello che le Acli aspirerebbero a diventare, ma a volte fanno fatica ad essere: impegno, professionalità, dedizione, cura, generosità... è davvero difficile pensare che non potremo più confrontarci con lui e chiedere il suo aiuto. Valuteremo come ricordare Guido nel modo più utile alle presenti e future generazioni, ora consentitemi però di dedicare qualche istante di raccoglimento alla sua memoria.
Per quanto possibile e nelle nostre possibilità le Acli Trentine hanno reagito alla pandemia e devo dire che la nostra reazione è stata, ancora una volta, all’altezza della situazione: i nostri sportelli, chiusi per legge alla presenza fisica degli utenti, sono stati riaperti in tempi record per accogliere al meglio, tramite telefono e mail, e per continuare a fornire le risposte di cui le persone, durante il periodo del lockdown, avevano ancora più bisogno. I nostri Centri di
formazione professionale, in pochi giorni, hanno realizzato un sistema efficacie ed efficiente di didattica online che ha consentito a tutte le ragazze ed a tutti i ragazzi di terminare l’anno scolastico. A livello associativo devo ringraziare coloro che hanno partecipato, nonostante le difficoltà, alle azioni di solidarietà per la consegna di medicinali, pacchi alimentari, vestiti ed altri generi di prima necessità. Ricordo poi le pillole di compagnia, iniziativa intelligente ed
efficace per farci sentire vicini, anche se a distanza. Infine voglio ringraziare tutti per il risultato della raccolta fondi organizzata e conclusa in tempi record, tramite la quale siamo riusciti a consegnare 40.000 Euro alla sanità trentina, nel momento di maggiori necessità.
Anche se nelle righe sopra ho utilizzato i verbi al passato, come ben sappiamo e come dimostrano le modalità con cui abbiamo dovuto organizzare l’odierna assemblea, la pandemia è drammaticamente attuale. Io posso solo dire che le Acli continueranno a svolgere il loro compito, garantendo a tutti le migliori risposte che le regole in vigore ci consentiranno di dare, investendo risorse sulla protezione del personale e degli utenti, provando ad immaginare
percorsi ed azioni associative possibili nonostante i vincoli ai quali siamo costretti.
Voglio inoltre ribadire che la prossimità, vero perno dell’azione aclista, oltre all’evidente allusione alla vicinanza fisica tra le persone, si riferisce, più profondamente, ad un sentimento di umanità. Essere prossimi è, soprattutto, desiderare il bene per un nostro simile e ciò si realizza solo se si conoscono quali sono i bisogni di quella persona, se si è motivati da una precisa volontà di operare nell’interesse altrui, abbandonando logiche prettamente individualistiche, ed infine se si rispetta la libertà altrui, in quanto volere il bene dell’altro vuol dire valorizzare ciò che quella persona è. Come è facile intuire, quindi, anche in un contesto di limitazioni al contatto fisico, nulla ci impedisce di investire le nostre intelligenze per proseguire nel nostro lavoro di prossimità.
CONGRESSO E FUTURO
Prima di entrare nel merito dei temi congressuali che rappresenteranno anche le direttrici del nostro impegno futuro, è doverosa una premessa. Seguendo le orme di chi ci ha preceduto, in questi ultimi anni le Acli Trentine hanno lavorato per cercare di consolidare sempre più la propria stabilità patrimoniale, rinforzando la propria rete territoriale in modo efficiente e razionale. Tutto ciò mi consente oggi di affermare che le scelte che faremo e che le azioni che intraprenderemo saranno dettate solo dalla nostra volontà, non dovendo negoziare né con le banche, né con l’ente pubblico alcunché in merito alla nostra idea di sviluppo. Questa premessa mi serve per poter affermare con forza che le Acli trentine possono continuare ad essere credibili, a garantire quella fiducia che oggi, più di ieri, deriva dalla consapevolezza diffusa tra i cittadini che la nostra unica spinta è la ricerca del bene comune. Lasciatemelo dire con orgoglio, di questi tempi non è cosa da poco.
Lotta alle disuguaglianze
La ricchezza globale resta fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva: l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva nel 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta dai restanti 6,9 miliardi di persone.
Nel mondo poco più di duemila miliardari detengono una ricchezza pari a quella di 4,6 miliardi di persone “normali”, circa il 60% della popolazione globale.
Il patrimonio delle 22 persone più facoltose è superiore alla ricchezza di tutte le donne africane.
Tra gli Italiani, il 10% più ricco possiede oltre 6 volte la ricchezza del 50% più povero. Ricchezza cresciuta in 20 anni del 7,6% a fronte di una riduzione del reddito dei più poveri del 36,6%. L’anno scorso inoltre, la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco degli italiani superava quanto detenuto dal 70% più povero, sotto il profilo patrimoniale.
La questione delle diseguaglianze pone il problema politico della redistribuzione e della giustizia sociale sia a livello globale che locale.
La diseguaglianza economica è la fonte del disequilibrio internazionale, della corsa forsennata delle grandi potenze turbo capitaliste al landgrabbing (accaparramento di terre come nel caso della Cina in Africa), dei conflitti armati che dissanguano diversi continenti e producono ogni anno centinaia di migliaia di sfollati, fuggitivi, rifugiati, immigrati e clandestini.
La diseguaglianza economica, per il suo bisogno continuo e massiccio di fonti energetiche non rinnovabili, è inoltre la causa primaria dell’inquinamento globale e dell’iperconsumo di materie prime finalizzate alla crescita dei profitti.
1 Rapporto Oxfam 2020
Essa è inoltre all’origine del problema della fame e della povertà, fenomeni che si sono evidenziati sempre di più anche nel nostro paese.