Per questo è necessario estendere il progetto di Ricostruire comunità a tutti i Circoli, alle Zone, alle città e vallate del Trentino rafforzando a tutti i livelli l’ipotesi di un grande patto territoriale che affermi i valori della solidarietà e della sostenibilità dello sviluppo. All’interno di questo programma va sviluppata una capillare azione formativa, di riorganizzazione e rigenerazione dei nostri Circoli.
3. È necessario promuove da subito un progetto speciale dedicato ai giovani. Pensare, progettare ed avviare un piano-programma che coinvolga e sostenga alcuni giovani nel ruolo di animatori di comunità in esperienze di rigenerazione dei Circoli e delle loro comunità di riferimento. Da questo punto di vista è necessario rilanciare l’esperienza di Gioventù aclista per trasformarla in progetto strutturale delle Acli in favore del lavoro, della lotta al precariato e del protagonismo delle nuove generazioni nella riconversione ecologica dell’economia.
4. Oltre alla riflessione in atto a livello locale, le Acli Trentine ritengono sia necessario preoccuparsi anche delle sorti dell’associazione a livello nazionale. Le Acli hanno la necessità di avviare un processo di autoriforma, imperniato su due parole chiave: sussidiarietà e responsabilità. Questo significa prendere atto della maturità e della capacità dei territori di elaborare progettualità innovative, di gestire i propri servizi con efficienza ed efficacia e di essere interlocutori credibili per i cittadini e per la politica locale. Significa inoltre ribadire la nostra volontà di farci carico dello sviluppo e della tenuta del sistema Acli sul territorio nazionale, fermo restando però il pieno rispetto del diritto di autogestione e declinazione originale e coscienziosa in termini di gestione del personale e delle risorse economiche, di tutte le realtà acliste presenti in Italia. Infine, insistiamo sulla responsabilità quale elemento alla base dell’impegno aclista, anche per i dirigenti nazionali, sia rispetto alla realizzazione degli obiettivi annunciati e sia rispetto alle scelte economiche e patrimoniali che devono garantire la sostenibilità dell’intero sistema, soprattutto alla luce dell’importanza delle sfide che ci attendono.
LE ATTIVITA'
Nonostante la Pandemia l’attività delle Acli trentine è proseguita a pieno ritmo anche nel corso del 2020. Le Acli sono un’organizzazione sociale "impegnata nella promozione del bene comune, della pace e dello sviluppo integrale della persona secondo i valori del Vangelo, della democrazia e del lavoro" e al centro dell'azione sociale ci sono i servizi ai lavoratori e alle lavoratrici, alla famiglia e a tutti i cittadini: giovani e anziani, immigrati e precari, occupati e disoccupati, nonché alle altre categorie professionali e produttive.
Storia - Le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani nascono in tutta Italia al termine della seconda guerra mondiale per dare l’opportunità alle masse operaie e contadine ispirate dai valori cristiani di dotarsi di forme di auto organizzazione sociale per rispondere ai bisogni del lavoro, della previdenza e dell’assistenza sociale, della formazione professionale e della salute, della cultura e del tempo libero.
Le Acli si sono evolute nei decenni successivi testimoniando la vicinanza al mondo del lavoro e a tutti i valori che si riferiscono alla Dottrina sociale della Chiesa e alle pratiche concrete della pace, dell’equo sviluppo e della solidarietà. Un’associazione di associazioni: l’anima delle Acli affonda nelle associazioni che le compongono. Queste associazioni sono le Acli Terra, i Giovani delle Acli (GA), il Centro Turistico delle Acli (CTA, che si avvale dell’organizzazione tecnica di Acli Viaggi Srl), l’Istituto Pace Sviluppo Innovazione (IPSIA-cooperazione internazionale), la Federazione degli Anziani e Pensionati (FAP), Il Coordinamento donne, Unione sportiva Acli, la Scuola di comunità, il movimento delle Collaboratrici famigliari (Colf). I numeri in provincia di Trento: 17.000 tesserati, 60 Circoli territoriali, 500 volontari, 36 sedi e recapiti in tutto il Trentino, 853 tra dipendenti e collaboratori, che comprende il personale dell’Enaip provinciale, e 180.000 utenti e persone incontrate e contattate ogni anno presso gli sportelli e i servizi.