Si tratta di un patrimonio socio-culturale delle nostre valli che va accuratamente preservato e mantenuto”.
“Non può essere nemmeno taciuta la questione dei terrazzamenti coltivati a vite che costituiscono un elemento di altissima valenza paesaggistica rurale che contraddistingue la nostra montagna, ma che rischia di perdere di importanza a causa di alcune normative, relativamente alle quali la politica nazionale e regionale deve intervenire.
Dal punto di vista di una gestione ambientale sostenibile, inoltre, sarebbe utile prevedere delle forme incentivanti per gli agricoltori in grado di mantenere gli habitat endemici delle praterie alpine tramite lo sfalcio e la monticazione del bestiame, favorendo perciò anche la realizzazione di strade agro-silvo-pastorali indispensabili per i fruitori della montagna”.
“Per quanto riguarda, infine, la questione legata alla presenza dei SIC e delle ZPS appartenenti a Rete Natura 2000 o delle Aree Parco, di fatto vengono attualmente inibite o limitate pesantemente diverse attività rurali, quali ad esempio la silvicoltura ed il taglio del bosco. Si tratta di attività sportive legate alla realizzazione di impianti per gli sport invernali e alla riqualificazione urbanistica. Non è accettabile che, per proteggere determinare aree, si debba di fatto legare un dinamismo economico e sociale fondamentale per la montagna. E’ necessario, ove possibile, ridurre fin da subito, tali vincoli, anche portando la tematica presso tavoli comunitari e nazionali.
In merito all’attività venatoria, vorrei, invece, richiamare il ruolo di ISPRA e le tempistiche che questo Istituto ha nel rilascio dei pareri necessari alla gestione delle specie selvatiche”.
“Facendomi portavoce delle richieste dei principali attori che vivono, lavorano e conservano i territori montani, vale a dire agricoltori, comparto turistico sportivo e mondo venatorio, ho raccolto proposte concrete e circoscritte che investono tutti i campi dell’agricoltura e dell’ambiente montano. È mia intenzione – conclude Pedrazzi - sottoporle nella loro interezza ai referenti regionali competenti”.