Hanno deciso pertanto di fare chiarezza e nel contempo hanno attivato i servizi sociali e il centro antiviolenza.
La ricerca degli accessi in ospedale è stata estesa anche a un’altra zona d’Italia, nella quale la famiglia ha vissuto fino a pochi mesi fa e anche in questo caso sono emersi vari ingressi, troppi, per essere ritenuti causati da eventi accidentali.
I Carabinieri, hanno fornito alla vittima tutta la possibile assistenza e la donna ha preso fiducia; nella notte di lunedì nuovamente aggredita senza motivo, si è convinta a chiamare il 112. Quando la pattuglia è arrivata sul posto, ha accertato che aveva evidenti segni di percosse sul volto. Il marito - che non voleva che i militari entrassero in casa e ha provato a non aprire la porta - è stato arrestato e associato al carcere. Il Giudice ha applicato la misura del divieto di avvicinamento e contatto con la donna.
Il secondo arresto è stato eseguito nel pomeriggio di ieri; anche in questo caso la donna, stanca delle aggressioni e delle minacce anche gravi a lei destinate, su attivazione dei Carabinieri che l’avevano interpellata perché insospettiti dagli anomali accessi al pronto soccorso, ha deciso di denunciare le condotte del compagno convivente.
Sulla base degli approfonditi accertamenti eseguiti dai militari, la Procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto dal Gip un’ordinanza di applicazione di misura cautelare; il Tribunale ha disposto che l’indagato fosse ristretto agli arresti domiciliari con divieto di avvicinamento alla compagna.