La Provincia di Trento valuta di seguire la strada tracciata dai colleghi, restano comunque molte perplessità sulla convenienza di un'apertura, specie con delle limitazioni che potrebbero divenire più stringenti.
"La nostra ripartenza sarà solo il prossimo Natale. Si tratta di una débacle senza precedenti, non solo per noi ma per tutti i lavoratori. Lanciamo un appello al governo affinché pensi ai ristori di questo settore così particolare", aggiunge Ghezzi.
"Ora - conclude - non possiamo che aspettare che scenda la curva dei contagi, ma stando così le cose il rischio che salti l'intera stagione è reale. Se, per esempio, una delle regioni come il Veneto dovesse finire in zona rossa, sarà chiuso due settimane e siamo già a febbraio, e siamo agli sgoccioli. La filiera degli impianti sciistici conta circa 15 mila lavoratori, di cui 5 mila a tempo indeterminato e gli altri stagionali. Parliamo di famiglie intere senza lavoro dove magari la madre ha un albergo e il padre lavora negli impianti. Chi darà da mangiare ai loro figli? Con quali soldi faranno i lavori d'estate?".