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Lockdown, Rigotti (CNA Brescia): “Spegnere e accendere le imprese come fossero lampadine: il rischio è che si brucino”

lunedì, 1 marzo 2021

Darfo Boario Terme – La situazione sta velocemente peggiorando in tutta Italia, a partire dal Bresciano. E il profilarsi di un ritorno alle restrizioni della zona rossa non è da escludere. A temere nuove e preoccupanti chiusure sono in particolare i settori dell’estetica, da sempre chiusi in zona rossa, e oggi anche quelli dell’acconciatura: la bozza del nuovo Dpcm, che entrerà in vigore il prossimo 6 marzo, prevede la sospensione anche delle attività di acconciatura in zona rossa, finora invece rimaste escluse dalla misura restrittiva.

Una previsione che la Cna di Brescia definisce incomprensibile e priva di motivazioni oggettive. “Abbiamo già chiesto al Governo di adottare dei correttivi alle misure annunciate – dichiara la presidente di Cna Brescia Eleonora Rigotti – e di riconsiderare l’opportunità di garantire piena operatività sia alle imprese di acconciatura sia quelle di estetica anche in zona rossa. Ci lascia alquanto stupiti l’inversione di rotta contenuta nella bozza di Dpcm laddove conferma la sospensione delle attività di estetica in zona rossa e reintroduce la stessa misura anche per quelle di acconciatura. Pare francamente assurdo che queste categorie, già penalizzate in maniera pesante dalle restrizioni sociali e dal forte calo dei consumi, possano essere punite di nuovo e senza motivazioni oggettive”.

Più in generale la presidente bresciana di Cna è preoccupata per il perdurare della scelta, sia nel vecchio sia nel nuovo Governo, di chiudere e riaprire le attività in base al crescere o al calare dei contagi. “Spegnere e accendere le imprese come fossero interruttori della corrente è un gioco pericoloso – rincara Eleonora Rigotti -, visto che per moltissime attività, come la ristorazione, ma anche per l’estetica e l’acconciatura, è stata di fatto ampiamente dimostrata l’efficacia dei protocolli di sicurezza, sempre applicati in maniera stringente e rigorosa. Il rischio è che le aziende si brucino a forza di accenderle e spegnerle come lampadine”. In particolare, poi, la Cna chiede che queste imprese vengano “ristorate” in modo adeguato e al più presto per le chiusure forzate cui sono state sottoposte, partendo dal calcolo delle perdite di fatturato; non solo, andrebbe previsto anche un risarcimento, visto che hanno subito anche chiusure errate.

In aggiunta c’è anche una sentenza del Tar del Lazio che annulla la disposizione che esclude gli estetisti dai servizi alla persona erogabili in zona rossa, perché “la discriminazione fra le attività dei parrucchieri e dei centri estetici non risulta supportata da una base istruttoria o da evidenze scientifiche”.



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