La produttività è più elevata ma la redditività è minore rispetto alle regioni vicine: in pratica, le imprese trentine sono brave a produrre, ma faticano a trasformare questo risultato in reddito d’impresa.
Dalle criticità si è passati alle possibili soluzioni: per l’economia e le imprese un’educazione sistemica alla creatività e all’imprenditorialità, soprattutto per i giovani, e la costruzione di reti tra piccole e medie imprese per affrontare i mercati internazionali. Più complesso l’aspetto socio culturale, per il quale è parsa necessaria un’inversione decisa di rotta, scardinando il sistema dei diritti acquisiti e dei monopoli. Il sistema sociale, hanno ricordato i relatori, non cambia finché non cambiano le persone che stanno dentro a quel sistema. Bisogna che persone nuove, senza interessi e fuori dai giochi di potere, vi facciano ingresso, a partire dai consigli di amministrazione pubblici. Occorre, insomma, un salto di qualità culturale: o ci si accontenta di strategie individuali di galleggiamento, magari pensando alla prossima elezione, o si cambia l’intero sistema.
"Abbiamo capito che le criticità del Trentino sono di vario genere – hanno concluso i portavoce M5S Fraccaro e Degasperi –, ma sono molti anche i punti di forza: storicamente il Trentino è sempre riuscito a superare i momenti difficili grazie alla coesione sociale e a una fitta rete di relazioni fra le comunità. La situazione attuale è di estrema incertezza, ma dobbiamo sfruttarla a nostro favore: c’è un mondo intero da ricostruire, è una prospettiva entusiasmante. Il solo vero problema è la mancanza di fiducia: non siamo più abituati a immaginare ciò che vogliamo e quindi non sappiamo fare proposte. Il Trentino è luogo adatto a ricostruire la fiducia: ricominciamo ad ascoltare i cittadini, a coinvolgerli nelle scelte. Solo in questo modo riusciremo a immaginare un futuro alternativo e ad avere le risorse per realizzarlo".