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I dati sul turismo invernale trentino: cresce l’interesse per la montagna. Il report ISPAT

venerdì, 26 luglio 2019

Folgarida – “I dati relativi all’andamento della stagione invernale 2018/2019 sono interessanti, perché ci consentono di approfondire punti di forza e di debolezza del settore turistico in Trentino. Questi numeri – importanti e fonte di sano orgoglio – ci trasmettono una panoramica su arrivi e presenze, ma ritengo altrettanto fondamentale continuare a discutere le singole questioni con gli operatori, come è stato fatto in occasione degli Stati generali della montagna”. A dirlo è l’assessore provinciale all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo Roberto Failoni, dopo la pubblicazione del report di Ispat sull’ultima stagione invernale, con risultati lusinghieri nel lungo periodo e una lieve flessione rispetto alla stagione record 2017/2018. “Lo scorso inverno il settore ha registrato il secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni e le prime stime relative alla stagione estiva in corso sono molto positive. Significa che stiamo lavorando bene” aggiunge l’assessore.

“Accanto ai dati relativi ai soggiorni nelle strutture ricettive del territorio, osservo con piacere un aumento dell’attenzione da parte degli ospiti verso impianti di risalita e rifugi. I numeri, come è noto, risentono della disposizione delle festività (che quest’anno ha sfavorito il settore) e delle condizioni meteo che invece sono state assolutamente favorevoli. Quello precedente è stato l’inverno migliore di sempre e dunque, per replicare o migliorare quei risultati, il settore con il sostegno della Provincia è chiamato a valorizzare mercati che in passato venivano trascurati. Dobbiamo essere ora pronti a predisporre un grande piano pluriennale che favorisca le sinergie tra i diversi comparti economici, anche in vista dell’appuntamento delle Olimpiadi 2026, affinché aumenti la qualità del nostro prodotto turistico con un impatto positivo in termini di redditività” conclude l’assessore al turismo Failoni.

REPORT ISPAT

La stagione invernale 2018/2019, che comprende i mesi da dicembre ad aprile, chiude con numeri in generale flessione. I settori alberghiero ed extralberghiero evidenziano un andamento contrapposto: in diminuzione il primo negli arrivi (-3,2%) e nelle presenze (-2,7%) mentre il secondo presenta variazioni positive negli arrivi dell’1,3% e nelle presenze del 2,7%. Nel complesso delle strutture si rileva un calo degli arrivi del 2,5% e delle presenze dell’1,8%.
– I pernottamenti registrati si attestano sopra ai 7 milioni; il 55,9% del movimento è composto da presenze italiane.
– Le presenze alberghiere, che rappresentano l’81,4% del totale dei pernottamenti rilevati nel complesso delle strutture ricettive (escludendo alloggi privati e seconde case), pur in diminuzione rispetto alla stagione precedente, si inseriscono comunque in un trend di costante crescita osservata nelle dinamiche delle ultime stagioni. Il risultato dell’inverno 2018/2019 costituisce il secondo miglior risultato degli ultimi 10 anni.
– I mesi centrali dell’inverno sono caratterizzati da variazioni negative, mentre i periodi di coda mostrano dati in crescita: nello specifico, dicembre chiude con un +2,2% e aprile con un +9,7%. I risultati di aprile sono chiaramente influenzati dal posizionamento della Pasqua. Il mese di febbraio si conferma il periodo con il maggior numero di pernottamenti (oltre un milione e ottocentomila).
– Per le presenze italiane si osserva una diminuzione del 4,7%, più marcata nel settore alberghiero. Le principali regioni di provenienza si confermano essere Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Veneto e Toscana.
– In crescita invece le presenze straniere che si incrementano rispetto alla stagione invernale precedente del 2,2% e consolidano così la loro quota di mercato nel complesso del movimento turistico provinciale (44,1% del totale delle presenze). Si confermano ai primi posti i turisti polacchi, tedeschi, cechi, inglesi e belgi.
– L’andamento nei singoli territori è generalmente negativo; in contrapposta crescita le zone di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, Valsugana-Tesino, Valli di Sole, Peio e Rabbi e Altopiano di Pinè e Valle di Cembra.
– Il numero di alberghi aperti è stato pari a 1.454 per un totale di 90.349 posti letto disponibili. Il grado di utilizzo dei posti letto è migliore negli alberghi a 4 stelle superior e 5 stelle (76,7%). In queste categorie si rileva la permanenza media più alta (4,4 giorni).
– Positivi i risultati nel settore extralberghiero (+2,7%) che rappresenta il 18,6% delle presenze invernali complessive; buona, anche in questo caso, la performance degli stranieri che riescono a compensare l’andamento negativo degli italiani. Il numero di strutture aperte è stato pari a 1.663, per un totale di 64.507 posti letto.
– Le presenze in affittacamere, case appartamenti vacanze e Bed&Breakfast rappresentano il 59,1% del totale del movimento nell’extralberghiero.
– Applicando il valore della spesa media giornaliera pro-capite alle presenze si stima che il movimento turistico nelle strutture alberghiere ed extralberghiere abbia generato un fatturato intorno al miliardo di euro, di cui il 69% circa derivante dalle località collocate nelle vallate a maggior intensità turistica1 (alta montagna a sviluppo intensivo).
– Considerando anche la stima del movimento in alloggi privati e seconde case, il bilancio della stagione si conferma negativo con un -2,1% negli arrivi e un -1,3% nelle presenze. Valori in crescita per il movimento dei soli alloggi privati.



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