Attorno ad essi si muovevano una decina di coetanei, consumatori che consapevolmente, al fine cioè di raggranellare qualche euro da reinvestire nello stesso mercato, si erano messi a gestire, si potrebbe dire “in piccolo”, non certo all’insaputa dei loro punti di riferimento, una loro attività di vendita. Il tutto, come detto, aveva finito per costituire una buona rete di smercio tra i coetanei tant’è che, in conclusione, i segnalati al Commissariato del Governo sono stati, in tutto, 48 (un quindicenne il più giovane).
Gli investigatori hanno comprovato oltre 300 cessioni (alcune comprovate da eloquenti fotografie scattate durante i servizi di osservazione, alcune delle quali allegate) e sequestrato, a riscontro di alcune di esse, 170 grammi di cannabis, 20 di cocaina, 4 di ecstasy e 5 di eroina. Nelle mani degli investigatori sono anche finite numerose bilance di precisione e quantitativi delle più comuni “sostanze da taglio”.
Primi segnali di un giro di spaccio tra la popolazione studentesca della zona erano stati, nei momenti immediatamente precedenti l’ingresso in aula, il sequestro di piccole quantità di hascisc a studenti. In più di una occasione, in un breve lasso di tempo, personale dell’Aliquota Radiomobile, agli inizi dell’anno scolastico, aveva sorpreso adolescenti, non lontano dalla scuola e prima che la campanella suonasse, nell’atto di consumare uno spinello.
I servizi di osservazione in seguito posti in essere per dare valore alla sensazione che i fatti in questione non fossero mere circostanze hanno dato il là ad un’indagine che ha visto la Procura per i Minorenni di Trento autorizzare le intercettazioni telefoniche delle utenze in uso ai ragazzi. Accertamenti sono talvolta stati eseguiti presso gli stessi istituti scolastici. Durante le indagini i carabinieri si sono spesso avvalsi dell’appoggio di presidi ed insegnanti, per i quali il fenomeno dello smercio di droga tra gli alunni non può che rappresentare una vera preoccupazione.