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Acque minerali, canoni in fase di rielaborazione

martedì, 10 gennaio 2017

Quando:
16 gennaio 2017@16:55–17:55 Europe/Rome Fuso orario
2017-01-16T16:55:00+01:00
2017-01-16T17:55:00+01:00

La Provincia di Bolzano sta rivedendo i canoni di derivazione delle acque, in maniera particolare di quelle minerali. La proposta è al vaglio degli uffici competenti.

Le fonti di acqua minerale presenti sul territorio altoatesino fanno parte del patrimonio indisponibile della Provincia, e chiunque voglia utilizzare queste risorse a scopo commerciale deve non solo ottenere un’apposita autorizzazione, ma è anche obbligato a versare dei canoni di concessione. Secondo quanto stabilito dalla legge provinciale del 2005, questa somma, aggiornata ogni due anni alla luce delle variazioni ISTAT del costo della vita, ammonta ad un importo minimo di 7.114,20 euro. “Le inidicazioni che sono emerse di recente – sottolinea l’assessore Richard Theiner – in maniera particolare per quanto riguarda lo sviluppo del mercato delle acque minerali, ci hanno spinto a rivedere i canoni, prevedendo somme più elevate non solo per la semplice derivazione, ma legando il tutto anche alla quantità di acqua effettivamente imbottigliata”.

La prima bozza è stata discussa in dicembre dalla Giunta provinciale, ma la materia è attualmente al vaglio degli uffici competenti, soprattutto per quanto riguarda la parte giuridica. “A livello statale è stato attivato un apposito tavolo di lavoro – conclude Theiner – chiamato tra l’altro a discutere proprio di una nuova regolamentazione dei canoni di derivazione. Senza contare che sulla materia vi è ancora da fare chiarezza su quanto effettivamente siano ampi i margini di manovra della Provincia in tema di competenze”.



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