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Vezza d’Oglio: cresce il numero di incidenti tra veicoli e animali selvatici. Tutti i dati

domenica, 7 dicembre 2014

Incudine – In aumento gli incidenti tra veicoli e animali selvatici. La Polizia provinciale di Brescia ha tracciato un quadro sulla Valle Camonica e sulle aree critiche. L’ampliamento della rete viaria, l’aumento progressivo della circolazione stradale, della mobilità e della velocità dei veicoli ha contribuito ad incrementare il numero d’incidenti con la fauna selvatica. Si sta consolidando in alta Valle Camonica un complesso patrimonio faunistico, soprattutto per quanto riguarda grossi ungulati selvatici, ad esempio il cervo.

L’uomo ha interrotto un sistema di passaggi usati dai selvatici per spostarsi, i cosiddetti “corridoi ecologici”, all’interno dei quali gli animali si muovono per ricercare il cibo e l’acqua, per spostarsi dalle zone di estivazione a quelle di svernamento, per raggiungere i territori di accoppiamento. Quando la rete viaria e i corridoi ecologici s’intersecano, si creano le condizioni favorevoli a incidenti tra veicoli e animali; queste collisioni sono spesso inevitabili e con conseguenze anche graIncidenti cervovi, spesso fatali per l’animale e molto spesso dannose e pericolose per l’automobilista. Gli incidenti con gli animali selvatici costituiscono un aspetto non trascurabile della sicurezza stradale.

I NUMERI: OLTRE MILLE CERVI IN ALTA VALLE CAMONICA

Secondo la Polizia provinciale di Brescia in questi ultimi anni, a causa dell’espansione del cervo, il fenomeno si sta evolvendo e sono sempre più numerosi i sinistri. L’alta Valle Camonica è divisa in due comprensori per la gestione della caccia, il “C1 di Ponte di Legno” (Incudine, Vezza d’Oglio, Vione, Temu’ e Ponte di Legno) e il “C2 di Edolo” (Malonno, Sonico, Edolo, Corteno Golgi e Monno).

Nel C1 sono censiti più di 1000 cervi e molti camosci in quota, nel C2 la consistenza faunistica di ungulati è minore del 50% ma sono presenti anche caprioli e qualche cinghiale. La rete stradale interessata comprende circa 30 chilometri, da Edolo al Passo del Tonale lungo la Strada Statale 42, sono considerati i Comuni di Edolo, Monno, Incudine, Vezza d’Oglio, Vione, Temù e Ponte di Legno, in questo tratto avvengono più del 90% dei sinistri con fauna selvatica. In provincia, quasi la totalità riguarda il cervo. Grazie all’analisi dei dati raccolti dal nucleo Ittico Venatorio della Provincia di Brescia  è stato possibile ricavare una “mappa di sensibilità” degli incidenti con investimenti di ungulati. I dati a disposizione si riferiscono ai sinistri accertati ai quali ha sempre fatto seguito la morte dell’animale investito. Sono molti e non sempre quantificabili il numero d’incidenti lievi nei quali l’animale, purché ferito, si allontana dal luogo del sinistro, ancora meno valutabili gli incidenti evitati per l’accortezza dell’automobilista. Il rischio di investimenti, in alcuni periodi dell’anno, può variare in base alle condizioni climatiche. Si concentrano maggiormente tra fine novembre e gennaio, quando, al termine della caccia, i cervi si abbassano d’altitudine per trovare cibo o compiono spostamenti notevoli per il trasferimento in alcune zone di svernamento. I mesi primaverili sono a rischio per l’abbondante presenza di cervi nei prati nel fondo valle, dove scendono per alimentarsi del primo verde. In ottobre, al termine del periodo degli amori, avviene il consueto nomadismo  con conseguente dispersione degli animali che porta ad un incremento del numero di investimenti. Il periodo più tranquillo ricade tra luglio e agosto quando la maggior parte della popolazione di cervo si trova nelle aree di estivazione ad alta quota. Le ore più pericolose sono quelle notturne e del tramonto; meno investimenti all’alba o durante il giorno.

LA STATISTICA 

La tabella elaborata dalla Polizia provinciale evidenzia le località a rischio maggiore lungo il tratto di strada preso in esame, anni 2011-2014:

 



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