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Martedì, 24 ottobre 2017

Brescia, assemblea F.A.I. e futuro autotrasporto. L'intervento del presidente Piardi

Brescia - Il futuro dell'autotrasporto è stato al centro dell'Assemblea generale degli Autotrasportatori della F.A.I. di Brescia che si è svolta nella sala conferenze di UBI Banca a Brescia. Tema del confronto: "Un trasporto sostenibile per uno sviluppo economico e sociale". Tra i relatori, oltre agli interventi del presidente F.A.I. di Brescia, Sergio Piardi, il presidente F.A.I. Regionale, Antonio Petrogalli, il presidente F.A.I. Conftrasporto Paolo Uggè e il nuovo segretario generale F.A.I., Andrea Manfron.Fai Brescia 01


L'INTERVENTO DI SERGIO PIARDI, PRESIDENTE F.A.I. BRESCIA


"Ancora una volta ci troviamo qui riuniti per la nostra Assemblea Generale. È un momento di riflessione per tutti noi. Un’occasione per affermare i nostri valori, per fare un excursus sull’anno trascorso e per capire il futuro che ci aspetta.


Voglio ringraziare a mia volta le Autorità, i rappresentanti delle Associazioni bresciane, i colleghi delle F.A.I. territoriali nonché i vicepresidenti nazionali, e tutti gli ospiti che hanno voluto esserci vicini in questo evento, a dimostrazione dell’interesse che hanno per la nostra categoria, e della consapevolezza del ruolo dell’autotrasporto nell’economia del Paese.


Voglio inoltre dire grazie per la loro presenza al mio Presidente Nazionale, Paolo Uggè e al nuovo Segretario Nazionale, Andrea Manfron, che oggi, a Brescia, partecipa per la prima volta ad un’Assemblea territoriale: vorrei dirgli che le Associazioni territoriali sono lo specchio della realtà locale, dove ci si esprime e si cerca di risolvere le istanze di tutti gli associati del territorio!


Spero che dalle nostre considerazioni tutti potranno trarre un quadro chiaro della passione e della voglia di lavorare che ci contraddistingue ma anche della collaborazione estrema di cui abbiamo bisogno.


Ma il ringraziamento più grande lo devo rivolgere soprattutto a tutti i miei colleghi autotrasportatori che oggi, nonostante sia domenica, sono qui per questo appuntamento annuale. Persone capaci di fare bene il proprio mestiere ed orgogliosi di ciò che sono e di ciò che fanno.


Gli autotrasportatori sono parte integrante dell’economia e dell’insieme dei lavoratori, fieri dei valori alla base dei successi sia delle loro imprese che di quelle dei committenti, per i quali svolgono un servizio di alta professionalità e qualità.


Sono passati tre anni dalla mia elezione, il tempo è volato e ora cerco di tracciare sinteticamente il bilancio di questo triennio.


La struttura F.A.I.
Abbiamo consolidato la sede, sia per quanto riguarda gli “uffici” che la “Scuola del Trasporto”, dove si forma personale qualificato per tutte le esigenze richieste dalle aziende: dal conducente fino al manager. Nel calendario ci sono corsi post-diploma e post-laurea per preparare tutte le figure professionali.


Abbiamo attivato nuovi servizi in aggiunta a quelli storici e nel contempo abbiamo stipulato accordi con altre Associazioni per poterli gestire in sinergia.


È bello poter contare sulla struttura della F.A.I. di Brescia, che in tanti anni è cresciuta, mi supporta, e aiuta tutti gli imprenditori che si rivolgono ai nostri uffici. Un grazie anche a chi mi ha preceduto, che per me è sempre il mio Presidente, Antonio Petrogalli, e a tutti i Consiglieri che in questo triennio mi hanno aiutato con un confronto corretto e costruttivo.


E oggi devo fare un ringraziamento speciale, perché oltre ad elogiare tutti i collaboratori della F.A.I. e della Cooperativa Servizi F.A.I., che operano con la massima professionalità, devo menzionare una nostra importante risorsa, che dopo 16 anni ci lascia perché giunta - fortuna sua! - al momento di riscuotere la tanto agognata pensione.


Un grazie speciale, quindi, ad Antonella Boni, alla quale mi rivolgevo anche quando non ero Presidente, sicuro di poter contare su qualcuno che poteva risolvere i problemi della mia azienda o darmi sempre preziose indicazioni a chi rivolgermi.


Per esempio, qualche anno fa, quando abbiamo ottenuto la Sabatini Ter anche per l’autotrasporto, a chiunque mi rivolgessi (consulenti, banche), nessuno sapeva come predisporre in maniera corretta la pratica. Antonella, nonostante anche lei ne fosse digiuna, si è armata di pazienza e di determinazione e, insieme ad una mia impiegata, ha passato ore ed ore a sciogliere tutti i nodi della burocrazia.


Oltre ad aver fatto un servizio importante alla mia azienda, ha aperto la strada anche alle centinaia di autotrasportatori che da allora hanno potuto trovare, presso la segreteria della F.A.I., il personale pronto a supportarli e a permettere di usufruire anche di questo importante contributo.


Grazie Antonella da parte dei Consiglieri e degli associati, per tutti questi anni che ci hai dedicato e per il prezioso tempo che vorrai concederci nei prossimi mesi, perché passare il testimone nella nostra Associazione è un compito molto difficile!!


I risultati ottenuti dall’impegno della F.A.I.
L’impegno della F.A.I. comunque anche quest’anno è stato ripagato. Risultati positivi ci sono stati e voglio evidenziarli, perché l’ottimismo e la determinazione non ci devono mai abbandonare.


All’interno del Consiglio Nazionale, Brescia è presente con 5 Consiglieri - e Antonio Petrogalli è anche Presidente del Consiglio Nazionale - che sottopongono alla Presidenza e al Consiglio le tematiche che raccogliamo dalla base e che condividiamo con il Presidente Nazionale Uggè, il Segretario Generale Conftrasporto Russo e ora con il Segretario Generale F.A.I. Manfron.


Seppur in anni difficili come quelli che stiamo vivendo, siamo riusciti a portare a casa degli importanti risultati a vantaggio dei nostri bilanci, che ci aiutano ad essere “quasi” sullo stesso piano dei competitor europei.


Abbiamo ottenuto risultati importanti sia dal punto di vista economico che normativo. Sono stati confermati il rimborso dei costi delle accise di Euro 0,21418, la Sabatini Ter, il Super Ammortamento, i Decreti Investimenti e Formazione, gli sconti sui pedaggi autostradali, il SSN sulle polizze RC Auto, le detrazioni forfettarie per chi guida personalmente il camion.


Una parte di questa contribuzione è diventata strutturale, mentre una parte è stata concessa per il triennio appena trascorso: questo ha permesso alle imprese di trasporto di programmare gli investimenti e il risultato è sotto gli occhi di tutti, con la sostituzione del parco veicolare con mezzi ecologici, l’acquisto di magazzini e attrezzature per la logistica.


Questo ha innescato certamente un trend positivo per l’economia: la costruzione dei veicoli pesanti, dei semirimorchi, il lavoro dei concessionari, dei commercianti, delle immatricolazioni.


Dal punto di vista normativo, importante è stato il nuovo controllo sul cabotaggio e sul dumping sociale - che ha dato ottimi risultati - e la sottoscrizione dalla Road Alliance che unisce 9 Paesi dell’Unione Europea per la tutela del salario minimo e l’avvio di un percorso che porti all’allineamento delle Normative in tutti i Paesi U.E.


Non abbiamo ottenuto tutto quello che abbiamo richiesto, per esempio l’utilizzo dei 65 milioni per la decontribuzione delle imprese che effettuano trasporti internazionali. Sono ben 2 anni che li attendiamo, e questa mancanza ci penalizza sul confronto dei costi del lavoro.


Questo ultimo anno è stato pieno di impegni, ed anche di qualche “battaglia”. Mi riferisco alla “Giornata di Mobilitazione dell’Autotrasporto” del 18 marzo, con centocinquanta Tir che componevano il lento “serpentone” che ha raggiunto la Motorizzazione Civile di Brescia per far sentire la voce dei trasportatori ed evitare il “fermo del trasporto”.


È stata una manifestazione imponente ma pacata ed educata, nel rispetto della sicurezza. La F.A.I. ha sensibilizzato l’attenzione della politica e delle istituzioni sul ruolo centrale dell’autotrasporto nel tessuto economico e le sue criticità. Come la Motorizzazione Civile, che versa in una situazione di carenza di personale drammatica: la F.A.I. si è mossa per richiedere che venga assegnato il necessario personale qualificato (già 280 ingegneri erano previsti dalla Legge di Stabilità 2017 e poi sono spariti…) per seguire l’Albo degli Autotrasportatori, le immatricolazioni, e non ultimo per garantire la puntualità delle revisioni.


Se non c’è il personale sufficiente, la F.A.I. ha suggerito al Ministero di affidare le operazioni di revisione ai centri abilitati: in questo modo i funzionari avrebbero soltanto la responsabilità di supervisionare, come già previsto per le vetture e per i furgoni fino a 35 quintali e come già avviene all’estero.


A maggio ci siamo trovati a fronteggiare il “caos revisioni illecite”, durante il quale la F.A.I. è intervenuta tempestivamente per tutelare gli associati che si sono visti sequestrare le carte di circolazione.


La segreteria della F.A.I. ha immediatamente contattato il Direttore della Motorizzazione e il Procuratore, giungendo alla mediazione di emettere i duplicati delle Carte. Nell’arco di due giorni, le prime carte di circolazione, per il tramite dell’avvocato incaricato dalla F.A.I., sono state consegnate alle imprese che si erano viste sottrarre i documenti e fermare i veicoli.


Visto l’ingente numero di libretti sequestrati (ben 340) che verranno controllati dalla procura della Repubblica sulla validità delle revisioni, le operazioni si sono protratte fino alla fine di maggio, riducendo al massimo i disagi. Non dobbiamo poi dimenticare anche il delicato tema dei trasporti eccezionali, emerso un anno fa dopo la tragedia di Annone e ancora in attesa di un database completamente funzionante di ponti e viadotti. Come la F.A.I. aveva preannunciato, le famose “108 tonnellate”, che potevano circolare su ogni strada d’Italia, hanno danneggiato le strutture portanti.


La F.A.I. si è mossa in Provincia, in Regione e al Ministero dei Trasporti per tutelare i veri trasporti eccezionali, sollecitando tutti gli Enti a fare la loro parte e rilasciare le autorizzazioni in tempi brevissimi, per evitare la delocalizzazione delle imprese oltre confine, dove non esiste alcuna problematica di trasporti eccezionali e in tre giorni si ottengono i permessi.


I danni all’intera economia sono ingenti: i trasportatori rischiano grosse penali, le industrie non possono consegnare i manufatti nei tempi prestabiliti e i destinatari hanno i cantieri o gli stabilimenti fermi.


2016: festeggiato il Quarantesimo della F.A.I. di Brescia
Un anno fa festeggiavamo i nostri 40 anni, celebrando il lungo percorso fatto insieme per unire la nostra categoria e per dare voce a tutti gli associati. Questo era il punto di partenza 40 anni fa e questo è ancora il nostro principale obiettivo.
Villa Fenaroli il 9 ottobre ha ospitato l’evento, una location che ha accolto più di 400 partecipanti, numerosi ospiti e tutta la Dirigenza Nazionale, che dopo l’Assemblea si sono ritrovati a pranzo per un importante momento conviviale.


Ma il nostro Quarantesimo non si è limitato all’Assemblea: domenica 26 marzo, in Piazza Vittoria, abbiamo chiuso l’anno dei festeggiamenti (la F.A.I. si è costituita il 27 marzo 1976) con il nostro primo “F.A.I. Family Day”. Una giornata dedicata al mondo dell’infanzia, nella quale le famiglie hanno accompagnato i bambini, che hanno potuto seguire il percorso didattico predisposto con 8 punti di Conoscenza dedicati ai prodotti che vengono trasportati con i camion e ben noti dai bambini (latte, pane, patate, riso, mais, acqua).


Sono saliti anche sulle cabine per vederne da vicino l’interno e suonare i clacson! È stata una meravigliosa giornata per tutto il mondo dell’autotrasporto, per le numerosissime famiglie e per le Autorità che ci hanno onorato della loro presenza affiancandoci in questo ruolo educativo.


La Segreteria sta lavorando per predisporre la seconda edizione con i ragazzi delle scuole medie: confidiamo nell’aiuto dell’assessore Roberta Morelli, che ringraziamo fin da ora.


La formazione: il primo investimento dell’azienda


Oggi siamo qui a guardare al futuro, e chi meglio dei giovani può simboleggiare la speranza per il domani? Però le nostre aziende lamentano la mancanza di personale per tutti i settori: in un momento in cui c’è una grande disoccupazione nei giovani, non si trova personale e molti imprenditori che avvertono una piccola ripresa hanno i camion fermi! Il mondo dei conducenti si apre ai diplomati, perché la guida di mezzi pesanti, oltre al Codice della Strada, necessita della conoscenza completa della tecnologia di cui sono dotati i mezzi, e nelle aule della Scuola del Trasporto della F.A.I. di Brescia si forma personale qualificato per tutte le esigenze richieste dalle aziende: dal conducente fino al manager. Nel calendario ci sono corsi postdiploma e post-laurea per preparare tutte le figure professionali: non solo autisti, impiegati e magazzinieri, ma anche tecnici informatici, responsabili della logistica e responsabili dell’organizzazione delle flotte.


A livello nazionale la F.A.I./Conftrasporto ha sottoscritto con il Miur un protocollo che da un lato si propone di rafforzare il raccordo tra scuola e mondo del lavoro - promuovendo nella modalità dell’“alternanza scuola-lavoro” attività formative a Bruxelles sulle politiche dei trasporti per gli studenti delle scuole italiane - dall’altro di introdurre gli studenti alla mobilità lavorativa del trasporto e della logistica all’interno della UE.


A livello regionale è stato firmato un altro Protocollo d’Intesa con il Presidente Maroni, con l’obiettivo di includere gli studenti del 4° e 5° anno della scuola secondaria nelle esperienze di “alternanza scuola-lavoro” con corsi dedicati al trasporto e alla logistica, coinvolgendo le imprese associate alla F.A.I. in stretta collaborazione con le istituzioni scolastiche e gli I.T.S. per regolamentare le attività da svolgere in azienda affinché i corsisti siano poi pronti ad entrare nel mondo del lavoro.


Straordinario il risultato ottenuto dal progetto “Giovani Conducenti” per ottenere le patenti C, E e C.Q.C., promosso dal Comitato Centrale, al quale hanno risposto ben 2.200 futuri autisti. Il bando prevede che l’80% dei costi necessari (in totale ben 6.000 euro) ad ottenere le patenti sia pagato dal Comitato Centrale e quindi il costo si riduca al 20%.

Le imprese di trasporto e logistica saranno pronte ad accogliere i corsisti (ben 50 quelli di Brescia) per tirocini e stage a fianco del personale formato.


Auspichiamo che anche la prossima legislatura non vada a pregiudicare il cammino di questo percorso, che riteniamo essenziale per garantire un ricambio generazionale prezioso per le nostre aziende, in maniera da dare ai giovani un bagaglio culturale ricco di esperienze “sul campo”. Solo in questo modo possiamo assicurare le assunzioni nelle nostre aziende.


Un trasporto sostenibile per uno sviluppo ambientale, economico e sociale E arriviamo al tema della nostra giornata: la F.A.I. di Brescia da anni partecipa attivamente al Tavolo Aria istituito da Regione Lombardia, e il Presidente Regionale Petrogalli ha colloquiato con i diversi Assessori che si sono susseguiti, fino ad arrivare a Claudia Maria Terzi.
Spesso su di noi cala uno stereotipo un po’ “antipatico”. Mi permetto di rubare una battuta al Past President Antonio Petrogalli: per gli altri siamo sempre “brutti, sporchi e cattivi”. Sulle altre due non posso garantire, ma sullo “sporchi”, ci stiamo lavorando!


Proprio per questo motivo il tema dell’assemblea 2017 è quanto mai emblematico: “Un trasporto sostenibile per uno sviluppo economico e sociale”.


All’ultimo Forum di Cernobbio ho ascoltato un ragionamento molto interessante: il futuro, per quanto riguarda il trasporto, deve essere di assoluta trasparenza tra industria e logistica.


Deve essere insomma un sistema interconnesso, dove ogni impresa deve avere la certezza di operare nel rispetto delle regole, senza rischiare di subire o di alimentare concorrenza sleale, garantendo alla committenza un costo equo, che porti profitti ad ambedue le parti, generando sviluppo e soprattutto posti di lavoro.


Anche perché, come ha detto il Ministro Graziano Delrio sempre a Cernobbio,spesso non si tratta di una competitività reale ma fasulla, basata sulla compressione dei diritti dei lavoratori. Servono norme di contrasto al dumping sociale nei confronti di lavoratori che operano nello stesso contesto, sulle stesse strade e nelle stesse aziende.


Un sistema logistico, per essere davvero sostenibile, deve bilanciare in maniera uguale 4 aree, oggi le 4 Esse:
. una sostenibilità ambientale, che preveda la riduzione delle emissioni inquinanti, il progresso delle intermodalità e l’aumento dell’energia da fonti rinnovabili;
. una sostenibilità sociale che porti equità nell'accessibilità ai mercati di produzione e consumo, qualità del lavoro e formazione;
. una sostenibilità economica che accompagni la produttività delle imprese e l’accesso ai mercati consolidati ed emergenti;
. una sostenibilità istituzionale, nella quale le decisioni prese dalle amministrazioni pubbliche portino miglioramenti alla qualità della vita delle persone, ma anche delle imprese. Oggi parlare di antagonismo tra politica e associazioni è estremamente deleterio: i legislatori dovrebbero ricordare che a volte le loro scelte causano peggioramenti alla condizione economica delle ditte che si occupano di trasporto con ammortamenti, sanzioni, aggiornamenti e regolamenti, imposti dall’alto a delle persone che sono, a
tutti gli effetti, imprenditori.
Faccio un esempio: se io domani decidessi di sostituire il 50% del mio parco veicolare con veicoli a GNL, dimostrerei di credere nel futuro e nell’ecosostenibilità e darei alla mia azienda un’impronta “green”.
Tutto molto bello, sulla carta. Ma se dopo due anni dovessi ritrovarmi le accise anche sul GNL, avrei rovinato la mia impresa.
Serve una pianificazione a livello normativo, le aziende di autotrasporto devono sentirsi meno sole. Il trasportatore fa la sua parte, la committenza “dovrebbe” affidarsi ad imprese virtuose, e gli organi governativi dovrebbero premiare questi sforzi. Se il costo sociale dovuto all’inquinamento viene pagato da tutti, e io con la mia azienda diminuisco il costo sociale, vuole dire che produco risparmio e dovrei essere premiato.
Voglio lanciare una provocazione, se tutti seguissero le normative attuali e se le istituzioni le facessero rispettare controllando e sanzionando, probabilmente avremmo già una qualità dell’aria molto migliore.
Il “green” è il nostro futuro, ma non si può ottenerlo danneggiando l’economia. E non serve neppure essere drastici. Anche noi autotrasportatori siamo esseri umani, e quindi respiriamo: se un’iniziativa cerca di sanare l’aria ed eliminare le fonti d’inquinamento, la comprendiamo.
Meglio promuovere una sostituzione graduale dei veicoli, piuttosto che vietarne del tutto la circolazione. Purtroppo i fondi del Decreto Investimenti degli scorsi anni non sono ancora stati erogati…
L’Europa deve decidere che tipo di sviluppo e di regole vuole abbracciare fino in fondo, e il tema della sostenibilità è l’ambizione che dobbiamo avere insieme.
È una visione utopistica? Forse, eppure credo che basti poco per farla diventare una solida realtà, e non per farla restare solo un miraggio. Viviamo in un presente che sta, lentamente ma decisamente, risollevandosi da una crisi che ci ha profondamente
scosso. Adesso tutti dobbiamo fare la nostra parte per ripartire con slancio!!
Le proposte per l’immediato
È sotto gli occhi di tutti: la pianificazione degli investimenti in questi tre anni ha dato ottimi risultati anche per il mercato dei veicoli industriali (che ha registrato nel 2016 un aumento del 52%), anche il primo bimestre del 2017 conferma la crescita
delle immatricolazioni, anche grazie alle misure di incentivazione emanate per il 2017 dal Governo.
Merito degli incentivi, dunque, ma anche di un mercato che ha ripreso a crescere, in attesa della nuova spinta che potrà arrivare dal rinnovo delle misure di incentivazione agli investimenti nel settore dell'autotrasporto anche per il 2018!
Siamo in un periodo molto delicato: è ricominciato il “fervore” delle cose da fare, ma se perdiamo i benefici ottenuti, torneremo a non essere competitivi nei confronti dei vettori stranieri.
Adesso è necessario un ulteriore passo in avanti, che conduca ad una pianificazione di più ampio respiro: non limitiamoci a ragionare a tre anni, ma proviamo a spingerci oltre. Il nostro veicolo è per noi un investimento che dura almeno 10 anni.
E quindi, perché non pensare ad un progetto decennale, con aiuti strutturali, per affrontare investimenti maggiori?
Cominciamo a parlarne, ad imbastire una visione d’insieme, che possa dare alle aziende con maggior spirito imprenditoriale una concreta fiducia nelle istituzioni e nei loro rappresentanti, dando una spinta sostanziale all'incremento della mobilità
sostenibile, soprattutto nelle nostre città, dove gli autoveicoli svolgono un ruolo fondamentale nella distribuzione delle merci.
Serve una pianificazione, ma servono soprattutto sicurezza e supporto. Pensiamo ad esempio alla Legge Sabatini. È un contributo eccellente anche per il nostro comparto, ma dura solo sei mesi! Abbiamo quindi uno strumento formidabile che però, allo stato attuale, rischia di favorire la concorrenza sleale, avvantaggiando le imprese che riescono ad accedervi e penalizzando quelle che, magari per un giorno, non riescono ad usufruire dei vantaggi. Queste distorsioni dovrebbero scomparire, servono scelte più armoniche e fisse nel tempo, che portino equilibrio e certezze.
Cosa chiediamo al governo?
. La certezza dei contributi
, La certezza dei controlli
. La certezza del costo del lavoro
. La certezza di una politica europea comune


Le infrastrutture sono indispensabili al trasporto Le infrastrutture sono un argomento sempre attuale e di enorme interesse: una viabilità funzionante consente benefici quotidiani non solo agli automobilisti e ai pendolari, ma soprattutto al trasporto su strada. Per questo mi appaiono francamente paradossali tre situazioni di stallo che coinvolgono la nostra provincia.


La prima è la questione dell’autostrada della Valtrompia. Un disagio che si riflette anche su alcune infrastrutture ad essa collegate. Mi riferisco alla rotatoria di via Antonini a Sarezzo, un’opera strategica messa in standby dalla richiesta i prolungamento del raccordo autostradale verso la Valgobbia: oltre al danno, la beffa, non procede l’autostrada, non si fa la rotonda.


La seconda “incompiuta” è la Corda Molle fra Azzano Mella e Travagliato: una storia infinita, iniziata oltre dieci anni fa e “scoppiata” nel 2012.


Ora sembra che queste due opere indispensabili stiano per vedere la luce, la F.A.I. continuerà a sollecitare gli Enti preposti perchè non ci siano ulteriori sgraditi rinvii.


Capisco che i costi, i lavori e i possibili disagi per gli utenti siano importanti, ma ogni infrastruttura rappresenta un tassello che si incastra in un quadro complessivo a tutto vantaggio della viabilità generale.


Le strade bresciane hanno bisogno di essere pronte subito per accogliere sia il traffico leggero, che pesante, che eccezionale. Per questo devo ringraziare il Presidente Bettoni per la perseveranza e l’incisività con le quali ha costruito Brebemi.


Il 13 novembre verrà inaugurata l’interconnessione tra la A35 con l’A4 nel nuovo casello di Castegnato. Si tratta di uno svincolo prezioso per alleggerire un tracciato abitualmente percorso dalle automobili e dai camion, evitando i colli di bottiglia e aumentando la velocità commerciale e collegando Trieste a Torino senza più uscite dai caselli.


La terza, inderogabile per l’intermodalità bresciana: l’aeroporto di Montichiari. Con pochi accorgimenti - già preventivati - potrebbe movimentare tutti i tipi di aereo cargo a pieno carico. Brescia non deve perdere l’importante occasione del cargocenter ed attrezzarsi affinché le merci arrivino o partano dal suo aeroporto, perché in caso contrario prenderanno la strada della Spagna, dell’Olanda, della Germania, con il risultato che tutta l’economia che gravita intorno alla distribuzione delle merci andrà a beneficio di altre Nazioni.


Non dimentichiamo inoltre anche l’importanza del trasporto passeggeri e del turismo. Ne consegue che sia la movimentazione delle merci e delle persone non porterà che benefici a Brescia e nelle province limitrofe, oltre alla creazione di indotti con centinaia di posti di lavoro.


È essenziale che le imprese siano messe in condizione di operare in un contesto favorevole e competitivo: questo significa garantire tempi certi nella realizzazione delle opere, eliminare i vincoli, semplificare le regole, rivedere i meccanismi fiscali.


Se dall’approvazione di un progetto alla sua cantierizzazione passano degli anni, i costi lievitano, e le opere si bloccano.


Cernobbio, la Via della Seta, il trasporto intermodale e il trasporto 4.0
Durante il 3° Forum Internazionale del Trasporto di Cernobbio, organizzato dalla F.A.I./Conftrasporto - Confcommercio si è parlato della nuova Via della Seta che coinvolgerà 3 continenti, 65 Paesi con due diverse direttrici e 5 rotte: collegherà i centri produttivi della Cina Meridionale con i mercati di consumo europei tramite ferrovia e via mare.


Anche se la prima fermata sarà certamente il porto greco del Pireo, quello ellenico non può essere l’hub logisticamente più appropriato per i carichi diretti verso l’Europa continentale e settentrionale. Appare evidente che l’approdo più naturale debba essere l’Italia - con l’ipotesi dei porti di Trieste, Venezia e Genova - posizionata sopra il Canale di Suez, varco di accesso delle navi cariche di prodotti cinesi al Mar Mediterraneo. La condizione è che si investa massicciamente sull’intermodalità, sulla logistica e su un modello integrato con i processi produttivi.


Con la Via della Seta cinese l'Italia ha di fronte a sé una grande opportunità, ma non perché la Cina vuole passare dall'Italia per portare le sue merci in Europa, quanto perché la Cina crede nel valore aggiunto dei porti e delle industrie italiane, luoghi capaci di aggregare intorno a sé un intero tessuto produttivo.


I cinesi hanno interesse ad “imparare” dagli italiani come si produce in Italia. Le potenzialità che i porti italiani offrono, con i collegamenti con l'industria e i centri di ricerca, sono per i cinesi uno dei valori aggiunti. A noi il compito di non sprecarle.


La buona notizia è che il traffico merci in Italia cresce passando dai 437 miliardi tkm del 2015 ai 448 previsti nel 2018, mentre l’intermodalità viaggia a ritmo sostenuto. Quella cattiva è che di questo traffico stanno approfittando sempre più gli altri Paesi. Si registrano, nei trasporti, nuovi fenomeni: la delocalizzazione all’estero di molte imprese (soprattutto dell’autotrasporto) e la contemporanea colonizzazione del settore (dalle strade agli scali portuali) da parte di aziende e gruppi stranieri, che riversano all’estero la ricchezza prodotta in Italia e rischiano di relegarci ai confini dell’impero tracciato dalla Via della Seta trasformando un’opportunità in un danno.


In questo senso, Conftrasporto si sta muovendo nella direzione corretta, operando un ruolo di mediazione tra le maggiori sigle sindacali del Paese che rappresentano il 90% degli operatori del trasporto (Conftrasporto, Anita, Fita Cna, Confartigianato Trasporti) con l’obiettivo finale di “Connettere l’Italia”.


Alla Conftrasporto stanno aderendo, oltre alle Associazioni del Trasporto via terra (F.A.I. – Unitai – FIAP – Federlogistica – Federtraslochi), anche le sigle del trasporto via mare e via ferro, per sviluppare un progetto di intermodalità che rilanci il Paese attraverso una sinergia logistica nella quale la F.A.I./Conftrasporto può rivestire un ruolo di primo piano.


La F.A.I. di Brescia è d’accordo su questa linea perché i trasportatori devono essere i vettori dei loro committenti e scegliere la modalità più opportuna per trasportare le merci, però non vogliamo che Conftrasporto si dimentichi di noi!!!


In conclusione: e la F.A.I., cosa “fa”?
Spesso sento una frase da parte degli autotrasportatori che mi rattrista molto: “e le Associazioni, cosa fanno?”. Purtroppo è facile dimenticarsi di quello ottenuto, mentre si tende a rimarcare solo quello che vorremmo avere. Con una provocazione, mi piacerebbe chiedere: “e allora, se non ci fossero le associazioni di categoria, sarebbe meglio?”. La F.A.I. si impegna in tutti i modi possibili per fare la sua parte: partecipando agli incontri, proponendo convegni e cercando di creare un ponte tra la categoria e le istituzioni pubbliche. Svolgiamo un compito duro, molte volte pesante da sopportare, cioè quello di mediatore e di rappresentante.


Da un lato informiamo e diamo consulenza agli associati, che quotidianamente cercano di destreggiarsi nella selva burocratica e normativa italiana, dall’altro siamo, e saremo sempre, la vostra voce nelle stanze del Governo. Non è un ruolo facile da ricoprire, ma lo facciamo sempre con la passione e con la grinta che vi meritate.


Sembra facile proporre nuovi progetti per rendere il trasporto più efficiente e sostenibile: dall’alto i problemi sembrano più piccoli ma ingrandendo il proprio punto di vista fino a raggiungere il singolo imprenditore si può vedere il complesso intreccio di problematiche che ogni giorno questo sopporta, a volte in silenzio e a volte alzando la voce.


I temi che ho delineato finora non sono in generale frutto della crisi odierna ma sono sotto gli occhi di tutti da anni se non decenni perché non c’è la volontà di risolverli. Noi come F.A.I., personalmente e attraverso i nostri rappresentanti nazionali, facciamo sentire la vostra voce a tutti i tavoli e non ci arrendiamo mai!"

Ultimo aggiornamento: 24/10/2017 01:50:45
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