Trento - Grande successo per la scuola promossa dall’Università di Trento con i dipartimenti di Lettere e Filosofia, di Ingegneria industriale e di Fisica. L’obiettivo è approfondire le applicazioni in ambito umanistico delle tecniche di analisi che rendono possibile “entrare” nei manufatti senza danneggiarli (nella foto credit Giovanni Cavulli l'università di Trento).
Sarà stato un nome di richiamo come quello di Giacomo Chiari (Getty Conservation Institute, Los Angeles), considerato un pioniere dell’impiego nelle tombe dell’antico Egitto di strumenti di analisi, portatili e non-invasivi, sviluppati per l’esplorazione spaziale, da Marte alla piramide di Tutankhamen. Sarà stata l’attualità del tema. Qualunque sia la ragione, la Scuola dedicata all’analisi sui materiali per l’archeologia e i beni culturali (Amarch) ha raccolto quasi 300 domande tra chi opera in ambito accademico, ma anche in musei, soprintendenze e altri enti.