Stimolo a prenderci degli impegni rispetto alla nostra comunità": così il governatore del Trentino Ugo Rossi ha sintetizzato ieri sera il suo pensiero rispetto alla figura di Andreas Hofer, di cui al Teatro Sociale di Trento si commemoravano i 250 anni dalla nascita, dopo una sfilata degli Schützen per le vie del centro cittadino.
Dopo il saluto delle autorità - oltre al presidente Ugo Rossi, il vice presidente del Consiglio regionale Lorenzo Ossanna e il comandante della Federazione Schützen del Trentino Enzo Cestari, è andato in scena lo spettacolo “Andreas Barbòn”, con testi di Mauro Neri, canti del Coro Croz Corona e accompagnamento della Banda Musicale di Mezzocorona.
Il vice presidente Ossanna ha sottolineato l’importanza di illuminare un pezzo dimenticato della nostra storia, mentre Enzo Cestari ha tracciato un profilo storico di Hofer.
"Oggi – ha aggiunto il presidente Rossi – dobbiamo sentirci legati alla nostra cultura, con la capacità di guardare ai cambiamenti che sono intervenuti e lo sguardo verso il futuro. Lo vogliamo fare, assieme ad Alto Adige e Tirolo, nell’ambito dell’Euroregione. Se non si è concretizzato il rischio di perdere la nostra identità lo dobbiamo a coloro che ci hanno raccontato un pezzo della nostra storia che ci era stato taciuto e non ci veniva insegnato. Oggi i giovani hanno la possibilità di riscoprire questi valori ed affrontare, forti di questa storia, le dinamiche che la globalizzazione ci mette davanti, coltivando l’amore e la responsabilità per la nostra terra".
Nel pomeriggio in località Ballino (Fiavé) c'era stata la deposizione di una corona di fiori in onore di Andreas Hofer. Al passo del Ballino, tra le valli Giudicarie e il Garda, è stato ricordato il patriota Andreas Hofer, nei 250 anni dalla sua nascita a San Leonardo in Passiria. Giovanissimo fu prima al servizio della famiglia de Miller di Cles e poi “famei” (servo domestico) nell’osteria di questa località del Trentino, gestita allora dalla famiglia Zanini Armani: un luogo di passaggio importante per mercanti che da Tirolo si recavano sul Garda. Qui Hofer si fermò per tre anni, dal 1785 al 1788, prendendo l’appellativo di “oste barbon”.
Di lui - eroe tirolese – si ricordano spesso, giustamente, le imprese militari alla guida degli insorti contro gli occupanti franco-bavaresi. "Dilettissimi tirolesi italiani”, scriveva, in piena guerra, nelle vesti di “Comandante superiore del Tirolo”. Era il 4 settembre 1809, solo qualche mese prima della sua morte a Mantova. Questa sua intuizione - mettere prima ciò che unisce rispetto a ciò che divide - è di grande attualità.