Dopo i saluti dell’assessore Failoni e della vicepresidente del Ct e vicesindaco Nadia Baldracchi è stata Maddalena Pellizzari a citare alcuni esempi di opere significative, stupendo lo stesso Sgarbi come nel caso della tela di Mazzoni ospitata nella parrocchiale di Daone.
E non a caso, quindi, tra le grandi opportunità vi sono certamente le chiese, anche quelle che sembrerebbero minori, con i loro capolavori talvolta non adeguatamente valorizzati, ma anche i Castelli e i Forti. Questi ultimi - nel Chiese con i Forti Corno e Forte Larino - a giudizio di Sgarbi sono contenitori ideali per ospitare soprattutto esposizioni d’arte moderna. Scendendo più nel dettaglio si è parlato anche della possibile collaborazione Tra Mart e San Barnaba, la chiesetta a Bondo che da anni ospita rassegne d’arte di un certo pregio e grazie all’amministrazione comunale di Sella Giudicarie ha in atto una partnership proprio con il Mart: sul piatto anche una possibile mostra dedicata a Luigi Bonazza e Gustav Klimt – parole di Sgarbi – che, questa la richiesta avanzata nell’evento di Forte Corno, potrebbe avere un’appendice proprio in Valle del Chiese.
Ma l’incontro ha avuto suggestioni di arte nazionale e internazionale legate ai racconti di Vittorio Sgarbi, in qualche modo legati alla rassegna dei capolavori della propria famiglia ospitati sino all’autunno a Castel Caldes. Non a caso, in platea a fianco della presidente del Consorzio Valle del Chiese Daiana Cominotti c’era il presidente Apt Val di Sole Luciano Rizzi.
Si è parlato anche di Brexit legata all’arte: quando Vittorio Sgarbi ha ricordato il caso di un importante collezionista inglese che ha deciso di non prestare al Mart delle opere per paura che possano avere problemi al rientro in patria. Ciò esclusivamente per ipotetici problemi burocratici connessi proprio all’entrata in vigore della Brexit e quindi al ritorno di vecchie barriera doganali. Un tema certamente inedito tra quelli sono citati in tema di Brexit.
Al termine Sgarbi sì è complimentato per la scelta di Forte Corno come sede di Alto tempo 2019. È stata una scelta coraggiosa ma premiata dalla presenza di un numeroso pubblico. Un esempio virtuoso che mi ha consentito di scoprire una realtà mai visitata. Una sorpresa anche per il presidente Fugatti rimasto affascinato all’imponenza del Forte, le cui dimensioni interne e le volumetrie lo fanno assomigliare in alcuni punti ad un vero e proprio castello militare. E proprio nel maniero austroungarico gli ospiti hanno potuto assaggiare il Clisium, il nuovo vino bianco autoctono della Valle del Chiese. Merita una degustazione.
La sesta edizione di Altro Tempo è stata organizzata dall’area Cultura del Consorzio Turistico Valle del Chiese con il supporto di Comune di Valdaone, del Consorzio dei Comuni del Bim del Chiese e della Cassa Rurale Adamello Brenta. Importanti le sinergie con accompagnatori di Media Montagna, Associazione La Busier, Vigili del Fuoco di Praso, Carabinieri in Congedo, Associazione Culturnova e Pro Loco di Praso.