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Cles: aperta la mostra “Ursus. Storie di uomini e di orsi”

domenica, 7 luglio 2019

Cles – Aperta la mostra “Ursus. Storie di uomini e di orsi” allestita a Palazzo Assessorile di Cles (Trento). Pubblico delle grandi occasioni ieri sera per l’inaugurazione della rassegna aperta fino a domenica 3 novembre. Alla cerimonia d’inaugurazione, allietata dalla musica del Mason Brass Trio, erano presenti il sindaco Ruggero Mucchi, l’assessore Vito Apuzzo, il dirigente della Sovrintendenza Beni Culturali di Trento Franco Marzatico, la curatrice della mostra Silvia Spada, la consigliera provinciale Paola Demagri, il presidente dell’Apt Val di Non, Lorenzo Paoli, l’assessore comunale al turismo, Andrea Paternoster, Laura Ricci, sindaco di Croviana, Padre Giorgio, cappellano di San Romedio, rappresentanti di associazioni  della località nonesa, cittadini e turisti.

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GLI INTERVENTI – Il primo weekend di luglio segna ogni anno l’avvio dell’estate clesiana e l’assessore comunale alla cultura, Vito Apuzzo, ha svelato i motivi che hanno spinto l’Amministrazione di Cles ad approfondire un tema così importante in questo momento storico in Trentino. “L’obiettivo – ha detto l’assessore Apuzzo – è approfondire la storia dell’orso dalla Preistoria ai giorni nostri, legandolo anche al territorio noneso”.

Il dirigente della Sovrintendenza Beni Culturali di Trento Franco Marzatico si è posto alcune domande su cosa rappresenta l’orso, il  rapporto tra uomini e orsi è antico di migliaia di anni, mentre la curatrice della rassegna, Silvia Spada ha evidenziato che “La nostra e la loro storia si intrecciano fortemente, modificandosi nel corso dei secoli e assumendo importanti connotazioni simboliche e in quest’ottica abbiamo raccolto materiale inedito per raccontare la varie fasi e l’evoluzione, oltre al rapporto uomo-orso”.

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La  mostra, curata nei dettagli dalla curatrice Silvia Spada, porta alla scoperta del rapporto speciale che intercorre fra uomini e orsi dalla Preistoria ai giorni nostri, attraverso dipinti, stampe, oggetti d’arte, fotografie, giocattoli, libri e fumetti. “Il visitatore  – ha rimarcato il sindaco di Cles, Ruggero Mucchi – scopre a Palazzo Assessorile che l’orso, reale o immaginato, è da sempre un nostro compagno di viaggio”. Il primo cittadino di Cles ha ricordato il rapporto che è intercorso tra l’uomo e l’orso nel corso dei secoli ed ha fatto riferimento a San Romedio.

IL PERCORSO – La mostra “Ursus. Storie di uomini e di orsi” si propone di illustrare, in modo emblematico e non sistematico e con una precisa valenza divulgativa e didattica, questo lungo percorso, focalizzando l’attenzione, per quanto possibile, sulla realtà locale. Una prima sezione è dedicata all’orso delle caverne, di cui si sono trovate moltissime testimonianze nella grotta delle Conturines, nelle valli ladine.

Segue poi un’ampia sezione sulle rappresentazioni dell’orso nell’arte del Trentino e dell’Alto Adige: dalle raffigurazioni araldiche ai molti affreschi medievali che raffigurano scene di caccia, mentre nel Rinascimento l’orso è usato come motivo decorativo in manoscritti miniati o nelle grottesche di scuola fogoliniana. Non manca la rappresentazione della Lotta tra uomo e orso, e dell’orso come personificazione di vizi o membro, a pieno titolo, del “Mondo alla rovescia”.

Un capitolo importante è dedicato a San Romedio che doma e sottomette l’orso. La presenza del santuario in val di Non e la forte devozione ad esso collegata ha fatto sì che venissero prodotti, nel corso dei secoli, molti dipinti ed ex-voto e che la rappresentazione del miracolo del Santo duri, rinnovata, per tutto il Novecento fino ai giorni nostri.

Ma l’orso è anche una presenza costante nei carnevali tradizionali, in genere appaiato all’Uomo selvatico e catturato dal Cacciatore: di questo uso la mostra dà testimonianza attraverso filmati e immagini fotografiche. Dopo essere stato ferocemente cacciato per secoli, a partire perlomeno da Carlo Magno, l’orso viene anche catturato e addomesticato, portato in giro per l’Europa e fatto ‘ballare’ in fiere e sagre di paese. Gli addestratori di orsi italiani provengono dall’Appennino parmense e dal Settecento alla Seconda guerra mondiale percorrono le strade d’Italia e d’Europa. Anche questa storia, poco nota, viene raccontata in una sezione della mostra.

Con il Novecento e la progressiva rarefazione della presenza dell’orso che, cacciato sistematicamente quasi scompare dai monti e dalle foreste d’Europa, un orso ‘nuovo’, umanizzato e infantilizzato, entra prepotentemente nelle case di tutti: nasce il Teddy Bear, che spopola negli USA e la cui moda dilaga in tutta Europa; orsi di ogni tipo sono protagonisti di libri, non solo per l’infanzia, di fumetti e di cartoni animati e del relativo merchandising con una fortuna che non conosce soluzione di continuità.

Per il Trentino il progetto Life ursus ha proposto un rinnovato rapporto tra uomini e orsi, spesso anche conflittuale e problematico, ma in continuità con una storia millenaria che la mostra si propone di raccontare per favorirne la conoscenza e stimolare la riflessione.

Sostengono la mostra la Cassa Rurale Val di Non, la Provincia Autonoma di Trento, la Regione Trentino-Alto Adige, il BIM Adige, l’Azienda per il Turismo della Val di Non e la ditta Zadra di Cles.

ORARI APERTURA – MOSTRA “Ursus. Storie di uomini e di orsi”  – Palazzo Assessorile Cles Ingresso libero

Lunedì 14.30-18.30. Dal martedì alla domenica 10-12.30/14.30-18.30

In luglio e agosto aperture serali sabato e domenica 20-22.



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