L’amministratore della società, dopo aver incassato le somme relative ai pagamenti delle fatture emesse, previa trattenuta del suo “compenso”, restituiva al cliente l’importo rimanente.
La società “cliente”, che ha operato sia in Lombardia che in altre regioni del Nord Italia, oltre a ridursi gli utili mediante l’esposizione di costi in realtà mai sostenuti, otteneva ulteriori benefici dalle indebite compensazioni di contributi previdenziali e assistenziali dovute ai propri dipendenti, perpetrate negli anni 2013, 2014 e 2015, determinando così un doppio danno per l'erario. I suoi amministratori (quello di diritto, residente in provincia di Brescia e i due "di fatto", residenti uno in provincia di Bergamo e l'altro fuori regione) sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria.
Denunciato anche il loro commercialista. Stessa sorte per i due amministratori della società “cartiera” bergamasca. L’illecito comportamento messo in atto dalle due cartiere bresciane è stato oggetto di intervento da parte di altro reparto del Corpo.
Al termine dell'attività, sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate la mancata esposizione, ai fini delle imposte sui redditi, di oltre 9 milioni di euro, violazioni all’IVA per oltre 2 milioni e crediti d’imposta indebitamente fruiti per circa 500 mila euro. In capo ai soggetti che hanno movimentato irregolarmente il contante sono state, poi, contestate violazioni alla normativa valutaria.
Il servizio si inquadra nella linea d’azione del Corpo, quale polizia economico- finanziaria, tesa sia al recupero dei tributi sottratti all’erario che ad arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo nel sistema economico, a tutela delle imprese che operano nella piena e completa osservanza della Legge.