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Scomparsa di Mario Bozzoli: la Procura di Brescia accusa due nipoti di omicidio volontario

sabato, 18 maggio 2019

Brescia – Chiuse le indagini sulla scomparsa di Mario Bozzoli, titolare della fonderia di famiglia a Marcheno (Brescia). La Procura generale di Brescia ha concluso le indagini e quattro persone devono rispondere delle accuse: i nipoti Giacomo e Alex Bozzoli di omicidio volontario e distruzione di cadavere e gli operai Oscar Maggi e Abu Akwasi di favoreggiamento.

Il Procuratore generale di Brescia, Pierluigi Maria Dell’Osso, ha chiuso la fase preliminare dell’inchiesta bis (l’aveva avocata a sé) e adesso i quattro indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie o farsi interrogare. Poi sarà avanzata la richiesta di rinvio a giudizio. Oltre ai due nipoti e ai due operai indagati, la sera dell’8 ottobre 2015 nella fonderia era presente anche Giuseppe Ghirardini, rinvenuto cadavere a Case di Viso, frazione di Ponte di Legno dieci giorni dopo. La morte sarebbe stata causata da una fiala di cianuro e le indagini sono nella fase finale.

Secondo la Procura generale di Brescia il movente della scomparsa di Mario Bozzoli è economico. Gli inquirenti ritengono che possa essere stato trasportato lontano dalla fonderia la sera stessa in cui è svanito nel nulla. Si attendono ora le strategie dei quattro indagati che quanto sono stati sentiti hanno sempre respinto le accuse.



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