I giovani, amici di 21 anni entrambi residenti in Valmalenco sono stati sottoposti a perquisizione domiciliare dai carabinieri della stazione di Chiesa Valmalenco, dipendenti della Compagnia di Sondrio, guidata dal capitano Serena Federica Galvagno.
I militari a casa di uno rinvenivano materiale, non in uso, per la fabbricazione di una serra “in door” e nove blister contenenti semi di canapa indiana; nella baita di proprietà del secondo rinvenivano 42 piante di “marijuana” in vaso anche queste già rigogliose della loro inflorescenza, buste di cellophane contenenti complessivamente circa 730 grammi della medesima sostanza stupefacente, serra per la coltivazione “in door” e attrezzatura atta alla coltivazione, all’essiccazione e al confezionamento della sostanza. L’intera baita veniva posta sotto sequestro in quanto utilizzata come laboratorio per la produzione. I carabinieri ipotizzano che il guadagno sulla piazza si potesse aggirare intorno ai 50mila euro.
I militari, con le successive attività, accerteranno da quanto tempo andava aventi il loro business e risaliranno alla clientela che se già le prime ipotesi investigative fanno ipotizzare ad una domanda esclusivamente locale destinata ai giovani o ai giovanissimi. La piccola comunità montana è rimasta sconcertata dopo la notizia dell’arresto dei due ragazzi, figli di famiglie conosciute nella zona, che hanno trascorso il Ferragosto presso il carcere di Sondrio in attesa di essere sentiti dall'autorità giudiziaria.
I fatti dimostrano come ormai la diffusione di sostanza stupefacente, così detta “leggera”, sia una piaga che tocca anche i “bravi ragazzi” che vedono, in questo mercato, grandi guadagni seppur, come dimostrato, con una breve carriera. La diffusione di sostanza stupefacente sul territorio e l’uso da parte di giovani insospettabili spinge i carabinieri ad essere ancora più attenti alle dinamiche giovanili, svolgendo non solo attività di controllo e prevenzione ma anche repressione.