Esine - Sarà processato il 26 settembre l'autista che travolse e uccise Nicola Gheza il 5 dicembre 2015 a Esine (Brescia). Il Gip del tribunale di Brescia ha rinviato a giudizio I.F., 78enne, e fissato per il 26 settembre 2019 l’udienza di comparizione dell’imputato. L'accusa è: omicidio colposo.
I familiari di Nicola Gheza e lo studio 3A-Valore Spa, che li assiste, si sono opposti a due richieste di archiviazione della Procura di Brescia e hanno prodotto consulenze tecniche chiedendo giustizia. Il 26 settembre l’autista che ha travolto e ucciso il 19enne di Esine comparirà davanti al giudice monocratico del tribunale di Brescia e sarà giudicato per il reato di omicidio colposo.
LA TRAGEDIA - E' successa il 5 dicembre 2015, alle 20, a Esine, sulla Provinciale 8 che collega il piccolo centro bresciano a Berzo Inferiore. Nicola Gjheza, in sella al suo motociclo, si stava immettendo sulla Sp8 da via Pittor Nodari, verso Berzo, ma è stato investito da un Mercedes Gd che sopraggiungeva sulla Provinciale nel senso opposto, verso Esine, condotto da I. F., 78 anni, di Berzo, e con altre tre persone a bordo. Il giovane ha riportato politraumi gravissimi e fatali. I familiari non hanno creduto alla tesi del mancato rispetto della precedenza da parte del loro caro e, per fare luce sui fatti, tramite il consulente personale Riccardo Vizzi, si sono rivolti a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha fornito un ingegnere cinematico per ricostruire la dinamica del sinistro, Alberto Mariani.
LA PERIZIA - Le perplessità sono state accertate dalla perizia su quattro punti fondamentali: il fuoristrada andava a una velocità superiore dei 60 km all'ora asseriti dal conducente; in quel tratto il limite non era 90, come pareva inizialmente, ma 50 km all'ora trovandoci alla fine del centro abitato di Berzo e all'inizio di Esine; l’auto aveva colpito il motociclo quando aveva quasi completato la manovra d'immissione; l'indagato, per sua stessa ammissione, si era accorto dello scooter di Gheza quand’era ancora a distanza, tanto da aver ridotto la velocità, ma di soli 10 km/h: se avessefrenato (sull’asfalto non c’erano segni) l'urto si sarebbe evitato.
Aspetti risultati decisivi perché il Gip del Tribunale di Brescia, Giovanni Pagliuca, accogliesse l'opposizione contro la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero della Procura bresciana titolare del procedimento penale, Mauro Leo Tenaglia: il Gip, nell'ordinanza del 5 ottobre 2016, ha disposto la restituzione degli atti al Pm perché approfondisse la dinamica del sinistro. Il Sostituto Procuratore ha affidato una perizia cinematica a un proprio consulente, l'ingegner Mario Capello, che ha ravvisato in capo alla vittima la responsabilità per il mancato rispetto dello stop ma altresì stimato una velocità del fuoristrada di almeno 65 km all'ora, superiore al limite, aggiungendo che “se avesse mantenuto i 50 il motociclo avrebbe avuto più tempo, all'arrivo della vettura si sarebbe trovato più avanti e avrebbe sfilato senza essere urtato. Il sinistro sarebbe stato evitato”.