Informativa

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per le finalità di esperienza, misurazione e marketing (con annunci personalizzati) come specificato nella cookie policy. Il rifiuto del consenso può rendere non disponibili le relative funzioni.
Usa il pulsante “Accetta” per acconsentire. Usa il pulsante “Rifiuta” per continuare senza accettare.

-
Sabato, 31 luglio 2021

Vertice sulla fauna selvatica in provincia di Sondrio

Sondrio - Vertice sulla fauna selvatica, il lupo non desta preoccupazione, invece i maggiori problemi arrivano da cervi e cinghiali con i numerosi problemi legati alla viabilità.


Il comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica presieduto dal prefetto, Salvatore Pasquariello, a cui hanno preso parte i vertici delle forze di polizia, nelle persone del questore Angelo Re, del vice Comandante dei Carabinieri Riziero Asci e del Colonnello Andrea Turco, dell'onorevole Silvana Snider, consigliera regionale Simona Pedrazzi. quindi l’Assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi Fabio Rolfi e il dirigente dell’Unità Organizzativa faunistica Franco Claretti; per la Provincia di Sondrio il comandante della Polizia provinciale Emanuele Pasini e il responsabile del Servizio caccia e pesca Gianluca Cristini; per l’Agenzia di Tutela della Salute della Montagna il Direttore del Dipartimento Veterinario Marco Marchetti; per Arpa Lombardia il Direttore del Dipartimento Sondrio-Lecco Fiorenzo Songini; per la Comunità Montana di Sondrio Claudio Del Dosso, per la Comunità Montana Alta Valtellina Umberto Clementi; per la Comunità Montana di Chiavenna Luigi Ghelfi e Pietro Melgara; i comandanti della Polizia Locale di Sondrio Mauro Bradanini, di Morbegno Paolo Tarabini, di Tirano Fabio Della Bona e per la Polizia Locale di Bormio Morena Vitalini; la Presidente di Coldiretti Silvia Marchesini e il Direttore Gian Michele Sassella; il vice presidente regionale di COPAGRI Lombardia Diego Ciocca; il vice Direttore dell’Associazione regionale allevatori della Lombardia Gianmario Tramanzoli; il presidente del Comprensorio alpino di caccia di Sondrio Ernesto Ceribelli; i referenti del Comprensorio alpino di caccia di Chiavenna Luigi Gabetti e di Morbegno Enrico Marchesini; il Presidente dell’Associazione cacciatori valtellinesi Egidio Gugiatti e il Presidente dell’Associazione libera caccia sez. di Sondrio Gianmaria Redaelli.


Discusse le problematiche relative alla gestione nel territorio della provincia di Sondrio della fauna selvatica, con due aspetti: il primo si riferisce da una parte ai rischi in tema di sicurezza della circolazione a causa degli attraversamenti stradali degli animali che possono provocare incidenti, dall’altra ai rischi che attengono alla incolumità delle persone che possono entrare in contatto con le specie più pericolose (ad esempio lupi e orsi) e il secondo attiene invece ai danni che talune specie selvatiche (in particolare cervi e cinghiali) arrecano ad agricoltori e allevatori.
Il primo è di stretta competenza del prefetto, delle forze dell’ordine e del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, involgendo profili di ordine e sicurezza pubblica e di pubblica incolumità, mentre il secondo è stato comunque trattato, in quanto il Prefetto ha ritenuto di offrire ai partecipanti alla riunione un’occasione di scambio e di confronto di opinioni, offrendosi di segnalare al Governo eventuali problematiche, ove necessario e per quanto di eventuale competenza.


Per quanto riguarda la sicurezza della circolazione si è fatto riferimento soprattutto ai cervi e ai cinghiali, evidenziando che le limitazioni imposte dalla pandemia hanno spinto queste specie più a valle e in luoghi più antropizzati, con la conseguenza che se ne rileva spesso la improvvisa presenza, specie in ore notturne, su strade caratterizzate da una circolazione più intensa e veloce o nei pressi di centri abitati. Per quanto concerne invece i rischi per l’incolumità delle persone si è fatto riferimento a possibili contatti ravvicinati con le specie più pericolose (come per es. il lupo o l’orso).


Ribadito comunque – come precisato dal comandante del Gruppo Forestale dei carabinieri e dal Comandante del Corpo di Polizia provinciale nella precedente riunione del Comitato dello scorso 1° luglio scorso – che la presenza del lupo sul territorio non desta particolari problematiche per l’ordine e la sicurezza pubblica, trattandosi di esemplari isolati che cacciano animali lasciati allo stato brado. Pertanto, al momento, non si riscontrano particolari criticità tali dal arrecare pregiudizio all’incolumità pubblica. In ogni caso, si è deciso di continuare a mantenere alta l’attenzione circa la presenza del lupo sul territorio, attraverso il costante monitoraggio dei suoi spostamenti allo scopo di scongiurare eventuali situazioni di pericolo.


Particolare attenzione e riguardo è stata poi segnalata da parte del referente del Dipartimento veterinario dell’Ats della Montagna di Sondrio sulla sicurezza alimentare per la quale è stato richiamato il recente accordo Stato-Regioni in materia di commercializzazione delle carni della fauna selvatica recepito dalla Regione Lombardia. Le attività legittime di commercializzazione delle carni selvatiche garantiscono l’assoluta sicurezza al consumatore in adesione alle regole comunitarie. Anche i cacciatori e i seleabbattitori devono essere scrupolosi al fine di garantire il rispetto di queste regole perché le carni non sfuggano al controllo sanitario. Ha poi posto l’accento sul necessario rispetto delle regole relative al benessere animale in relazione alle metodiche di abbattimento e di eradicazione oltre alle modalità di trasporto, evidenziando che le associazioni animaliste e zoofile sono molto attente a questi aspetti.

Diverso è il discorso per i danni che alcune specie di fauna selvatica, segnatamente cervi e cinghiali, possono arrecare e di fatto arrecano agli agricoltori e agli allevatori. Nel corso della riunione sono state espresse le preoccupazioni delle categorie rappresentative sul tema della gestione della fauna selvatica per i danni arrecati a colture e allevamenti. La presenza dei selvatici nelle zone coltivate provoca, oltre ai danni relativi al mancato raccolto, danneggiamenti irreversibili alle coltivazioni. Come possibile soluzione è stato da alcuni comunicato che sono state avanzate richieste intese a modifiche normative in particolare con riferimento alla legge n. 157 del 1992 sulla caccia.


Nel proprio intervento l’Assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi ha assicurato la disponibilità a supportare la Provincia nella gestione del piano di contenimento dei cinghiali. Ha poi fatto riferimento alla normativa regionale che, allo stato, autorizza il proprietario/conduttore del fondo a prelevare il capo in caso di danni, aggiungendo altresì che un’ulteriore norma è attualmente oggetto di confronto con il Governo e va a chiarire la figura dei “selecontrollori”, cacciatori formati che coadiuvano le guardie provinciali nell’attività di contenimento.


L’onorevole Silvana Snider ha dal suo canto riferito che da un confronto a livello nazionale è emerso l’incremento esponenziale delle specie selvatiche alloctone (tra questi orsi, lupi, cinghiali e nutrie), ciascuna portatrice di problematiche sia per la convivenza con l’uomo, sia per le conseguenze sull’equilibrio biologico della rimanente fauna selvatica. Per i territori montani il cinghiale rappresenta al momento la problematica più rilevante, ma in prospettiva la presenza non regolamentata del lupo potrebbe diventare ancora più critica. Ha evidenziato la necessità di favorire e costruire da parte di tutti il confronto e la conoscenza tra le parti in gioco (ambientalisti, agricoltori, cacciatori) per far crescere una cultura scientifica e non ideologica della questione, per poi introdurre misure condivise e realmente applicabili per la gestione faunistica. Ha invitato a non sottovalutare l’apporto delle piccole aziende che svolgono un’attività di tipo amatoriale e presidiano le zone più impervie del territorio segnalando, tra l’altro, le importanti problematiche di natura idrogeologica; ha comunicato che a livello governativo si sta studiando come coniugare la presenza della fauna selvatica con l’aspetto della permanenza dell’uomo in montagna. Ha infine ribadito il suo impegno nello studio sulle modalità di azione degli stati confinanti sottolineando il suo apprezzamento in particolare per la Slovenia dove l’ambiente, l’agricoltura e il mondo della fauna stanno andando di pari passo sostenendosi reciprocamente anche dal punto di vista economico.


La Provincia a cui compete il controllo e l’attuazione del piano di contenimento della fauna selvatica – è stato evidenziato dal Comandante del Corpo di polizia provinciale Pasini e dal Dirigente della Provincia, Cristini – interviene nella gestione della fauna selvatica sia a tutela dell’incolumità pubblica sia con l’obiettivo di limitare il più possibile i danni a tutto il mondo agricolo. Il danno economico periziato prodotto dal cinghiale si attesta per lo scorso anno intorno ai 30-40 mila euro, mentre più alto è quello causato dal cervo che si aggira intorno ai 150 mila euro. Le modalità operative sono sicuramente migliorabili, ma rispetto ad altre province la presenza dei cinghiali è molto contenuta e il piano di contenimento approvato dall’ISPRA dà buoni risultati. Sulla presenza del cervo, per la quale è stata avanzata la possibilità di consentire la caccia, essi hanno ribadito che l’attività venatoria può fare poco data la presenza della specie sempre più prossima ai centri abitati. La Provincia ha manifestato comunque ampia disponibilità a rapportarsi con la Regione Lombardia sulle pratiche di risarcimento dei danni e a porre in essere tutti gli accorgimenti possibili.


Anche la consigliera regionale Simona Pedrazzi ha espresso preoccupazione sui rischi derivanti dalla presenza della fauna selvatica per la circolazione e per l’incolumità della persona. I persistenti danni all’agricoltura possono portare all’abbandono di un comparto fondamentale per questo territorio e allo spopolamento della montagna. La prevenzione richiede un puntuale monitoraggio anche per il lupo, che pur non attaccando l’uomo, attacca il bestiame che rappresenta la prima fonte di reddito del comparto. Ha infine concluso circa la necessità di adeguare la pianificazione faunistica venatoria con maggiori e più celeri modalità di intervento specifiche ad una situazione di tipo emergenziale.


Tutti i presenti, in rappresentanza delle varie associazioni dei coltivatori, degli allevatori e dei cacciatori, con i loro interventi hanno potuto apportare il loro competente contributo alla discussione, esponendo le proprie argomentazioni e mettendo a disposizione le proprie proposte.

Ultimo aggiornamento: 31/07/2021 00:53:59
POTREBBE INTERESSARTI
Giovedì prossimo manifestazione comprensoriale dell'Alta Valle Camonica
Il sindaco ha adottato un'ordinanza che fa discutere
ULTIME NOTIZIE
Dopo varie segnalazioni, il blitz della Polizia di Stato
Biciclette, monopattino e tv tra i beni scoperti dai carabinieri
Si tratta di un 25enne di origine marocchina
18/04/2024 08:00 - 24/04/2024 23:00
19/04/2024 16:00 - 21/04/2024 23:30
20/04/2024 08:00 - 20/04/2024 18:00