Lo stato del Po è emblematico della situazione di sofferenza del bacino idrografico del nord in cui si sono verificati smottamenti ed esondazioni dei corsi d’acqua dopo giorni di pioggia torrenziale con l’Italia colpita da più di 3 nubifragi al giorno dall’inizio dell’autunno con tempeste, vento e grandine lungo la Penisola, il 18% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Sono gli effetti dei cambiamenti climatici con l’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – evidenzia la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.
La nuova perturbazione si abbatte sulle regioni più fragili della Penisola che hanno ben il 100% dei comuni con parte del territorio a rischio idrogeologico, la percentuale di rischio è la più alta a livello nazionale dove – precisa la Coldiretti – sono 7275 i comuni complessivamente a rischio, il 91,3% del totale. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Per questo – conclude la Coldiretti - l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne".
di Chiara Panzeri