Ciò ha “esodato” molti bidelli, in particolare quelli fra i 50 anni e l’età di pensionamento per cui lavorare nelle scuole, anche saltuariamente, è di cruciale importanza per maturare contributi ai fini pensionistici, abbandonandoli così in una situazione d’incertezza e precarietà".
"I nuovi requisti più selettivi - prosegue Cia - sono frutto dell’Accordo di revisione del CCPL del 4 ottobre 2018 e l’elemento che lascia esterrefatti è come su quel contratto collettivo ci sia la firma dei sindacati che hanno poi ipocritamente finto di voler tutelare i bidelli penalizzati. Infatti, su un quotidiano locale datato 16 giugno 2021 veniva riportata l’intervista alla segretaria della Flc, il sindacato scuola della Cigl, la quale dichiarava: “Avevamo chiesto di salvaguardare le persone che avevano già lavorato ma l’amministrazione ha detto no, che non avevano tempo”. Il tempo che forse, invece di rilasciare dichiarazioni ipocrite, le organizzazioni sindacali avrebbero potuto spendere al tavolo della contrattazione per sistemare il problema. Nello stesso articolo era inoltre riportata la richiesta alla
Provincia da parte dei sindacati scuola Cgil, Cisl, e Uil per una norma di salvaguardia, ignorando il fatto che il contratto collettivo può essere modificato solo tramite un nuovo accordo fra l’Amministrazione ed i sindacati stessi".
Per questo Claudio Cia ha presentato una proposta di ordine del giorno, approvata quasi all’unanimità "per fare in modo che APRaN si impegni, in sede di contrattazione collettiva, a rivedere i criteri d’accesso al profilo di Collaboratore Scolastico, ritornando al requisito della licenza media, in tempo utile per le assunzioni per l’anno scolastico 2021/2022. Auspico quindi che i sindacati trovino il tempo al più presto per sistemare questa faccenda, ricordandosi anche che quando si predica bene non si dovrebbe razzolare male".