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Brescia, Commissione regionale Antimafia presenta contenuti nuovo Codice

lunedì, 20 novembre 2017

Brescia – I contenuti del nuovo Codice antimafia. legge che la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva lo scorso 27 settembre, sono stati illustrati oggi nella sede dell’Ufficio Territoriale Regionale di Brescia dal presidente della Commissione speciale Antimafia del Consiglio regionale, Gian Antonio Girelli (Pd) e dall’onorevole Davide Matiello, membro della Commissione Parlamentare Antimafia e relatore del provvedimento. Erano presenti al tavolo dei relatori anche il Procuratore generale della Repubblica di Brescia Tomaso Buonanno e il Procuratore aggiunto Sandro Raimondi.

antimafiaIl testo apporta modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. Una riforma che punta a velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale, rendere più trasparente la scelta degli amministratori giudiziari, ridisegnare l’Agenzia per i beni sequestrati. La legge include anche i provvedimenti che possono essere presi nei confronti di corrotti, stalker e terroristi.

“Abbiamo voluto organizzare questo incontro per sottolineare l’importanza di come lo Stato italiano abbia saputo mettere mano a questa riforma, affrontando con maggiore determinazione anche la piaga della corruzione. Ora si comincia a saper rispondere” ha sottolineato il presidente Girelli.

La legge (“Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate”) tra i punti chiave prevede:

le misure di prevenzione personali e di natura patrimoniale possono essere applicate anche a chi è indiziato di associazione a delinquere finalizzata ad alcuni gravi delitti contro la pubblica amministrazione (peculato, corruzione propria e impropria, corruzione in atti giudiziari, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità);

l’introduzione della “distrettualizzazione” delle misure di prevenzione, prevedendo sezioni o collegi distrettuali specializzati, mentre il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo è inserito tra i soggetti titolari del potere di proposta delle misure di prevenzione;

il sequestro di partecipazioni sociali “totalitarie” si estende a tutti i beni aziendali. A provvedere materialmente al sequestro sarà ora la polizia giudiziaria (non più l’ufficiale giudiziario);

la confisca “allargata” (misura di prevenzione patrimoniale per contrastare la criminalità organizzata ed aggredire le ricchezze illecitamente accumulate) diventa obbligatoria anche per alcuni eco-reati;

la nascita del nuovo istituto del controllo giudiziario delle aziende quando sussiste il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose che ne condizionino l’attività;

stop a “parentopili”: non potranno infatti più assumere l’ufficio di amministratore giudiziario, coadiutore o diretto collaboratore oltre al coniuge le persone legate da parentela e gli affini, i conviventi o i commensali abituali del magistrato che conferisce l’incarico;

le aziende sequestrate, per il proseguimento della loro attività, potranno contare su apposite sezioni del Fondo di garanzia e del Fondo per la crescita sostenibile istituite dalla legge di stabilità 2016. Il Governo è delegato a individuare altre misure a sostegno dell’occupazione e, al fine di favorire la continuità produttiva, saranno anche istituiti tavoli provinciali permanenti presso la Prefettura con i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni datoriali e dei lavoratori;

l’Agenzia nazionale resta sotto la vigilanza del ministero dell’Interno ma vengono ridefiniti i compiti, con particolare riferimento allo scambio di flussi informativi. Il direttore, scelto tra specifiche figure professionali, non necessariamente dovrà essere un Prefetto e presiederà il Comitato consultivo di indirizzo, un nuovo organo interno che esprime pareri e presenta proposte. L’Agenzia può destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.



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